Il sogno europeo svanisce col Porto
(ASI) Un Napoli sciupone esce dall’Europa a testa alta. Fatali i soliti errori difensivi. Il Porto ringrazia a passa ai quarti di Europa League.

Il fortino del San Paolo questa volta nulla ha potuto per salvare un Napoli voglioso, determinato e a tratti spumeggiante. Troppe le occasioni fallite soprattutto nel primo tempo per sperare di riuscire a superare un turno di Europa League che alla vigilia sembrava alla portata degli uomini di Benitez che hanno pagato dazio davanti ad un Porto cinico e spietato che è riuscito ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, capitalizzando le uniche due occasioni gol concesse da una difesa del Napoli che fino al 76° aveva retto senza eccessive sbavature. Ma il calcio ci insegna che a certi livelli non bastano solo cuore, muscoli e tecnica ma anche l’esperienza, soprattutto in campo internazionale, è un fattore decisivo per raggiungere certi traguardi. E sotto questo profilo il Porto di esperienza ne ha da vendere ed il risultato lo conferma ampiamente.

Il Napoli deve fare il mea culpa perché, soprattutto nel primo tempo, aldilà del gol del momentaneo vantaggio di Pandev, schierato a sorpresa al posto di Hamsik, ha creato gioco ed una miriade di occasioni da gol. Se ne contano almeno 7 o 8 nei primi quarantacinque minuti, dove il Napoli ha predominato in lungo ed in largo attraverso il pressing alto ed asfissiante adottato da Benitez che non ha dato modo di ragionare ai lusitani che devono solo ringraziare la dea bendata e la poca precisione degli attaccanti azzurri, soprattutto di Mertens ed Higuain, se la partita non si è incardinata su binari più favorevoli ai padroni di casa.

Ottima partita della retroguardia azzurra con Henrique, preferito a Reveillere sull’out destro, sugli scudi per precisione negli inserimenti e sagacia tattica in fase di ripiegamento: dalle sue parti il Napoli non ha corso nessun pericolo.

Dicevamo di un Napoli che nel primo tempo è padrone del campo e sembra dettare le sue regole ad un Porto guardingo ed impaurito al cospetto dei 55.000 del San Paolo che hanno incitato la squadra dall’inizio alla fine ma senza essere ripagati dal risultato.

I Lusitani soffrono la velocità degli avanti azzurri e vengono puniti proprio grazie ad uno scambio nello stretto: Higuain al limite dell’area si accentra e suggerisce l’inserimento in area di Pandev che supera il portiere Fabiano con il classico “scavino”.

Il primo tempo si chiude con tante occasioni sprecate ed il Porto che non sembra impensierire più di tanto gli uomini di Benitez.

Ma i troppi errori in zona gol alla fine si pagano a caro prezzo e quando la stanchezza avanza il Napoli perde equilibrio ed in inferiorità numerica a centrocampo concede troppi spazi al tridente bianco-blu composto da Martinez, Quaresma e Ghilas. Ed è proprio il giocatore francese, naturalizzato algerino, che, subentrato da solo 3 minuti allo spento Varela, mette il sigillo sul pareggio degli ospiti, complice un’errata diagonale di Albiol, fino ad allora uno dei migliori della retroguardia azzurra.

A quel punto oltre alla freschezza fisica il Napoli perde pure la carica motivazionale ed arriva il gol del 1-2 del Porto con Quaresma, un passato in Italia da dimenticare tra le fila dell’Inter ma tanta classe messa in mostra in occasione del gol, cercato, voluto e costruito dallo stesso giocatore con un’azione personale nell’area di rigore partenopea.

E’ solo grazie al gol di Duvan nei minuti di recupero che almeno arriva la soddisfazione di non uscire battuti in quello che un tempo, in Europa, era un fortino inespugnabile e teatro di grandi imprese appena 3 mesi fa in Champions League con squadre molto più blasonate del Porto.

Il Napoli tutti sommato esce a testa alta anche se il rammarico è grande in una stagione iniziata sotto i migliori auspici anche in chiave scudetto e che ora vede gli azzurri perdere un ulteriore obiettivo.

L’altra faccia della medaglia è che ora gli uomini di Benitez potranno concentrarsi solo sul campionato e coltivare la speranza di poter agganciare la Roma al secondo posto.

La stagione ancora in corso ha confermato che la coperta alla fine è troppo corta e i partenopei ancora non sono pronti dal punto di vista tecnico, numerico e mentale ad affrontare il duplice impegno in campionato ed in coppa. Ancora troppe sono due partite a settimana per un organico carente nella zona nevralgica del campo e che non possiede i giusti interpreti per il gioco propositivo voluto da Benitez.

L’avventura europea si conclude tutto sommato positivamente ed ora la parola passa al campionato. Domenica prossima sarà scontro diretto tra le deluse del giovedì di coppa: a Fuorigrotta arriva la Fiorentina dell’aereoplanino Montella, uscita dall’Europa in maniera beffarda e grazie alla solita punizione capolavoro di Andrea Pirlo.

Il match di domenica diventa crocevia fondamentale nella corsa al secondo che vorrebbe dire tornare in Europa dalla porta principale, con tutto ciò che ne consegue in chiave di investimenti per un Napoli che sia più competitivo e maggiormente rispondente al credo tattico dei proprio tecnico. La società lo deve a quei tifosi che anche oggi, fino al 94° hanno sostenuto i propri beniamini.

Napoli (4-2-3-1): Reina 6; Henrique 6,5; Fernandez 6; Albiol 6; Ghoulam 5,5; Inler 5,5; Bherami 6; Mertens 5,5 (83° Callejon s.v.); Pandev 6,5 (68° Hamsik 5,5); Insigne 5,5; Higuain 6,5 (78° Duvan). All. Rafael Benitez 5,5

Porto (4-3-3): Fabiano 6,5; Danilo 6; Mangala 6,5; Reyes 6,5 ; Ricardo 6; Fernando 6; Carlos Eduardo 6 (63° Josuè 6); Defour 5,5; Varela 6 (66° Ghilas 6,5); Quaresma 6,5 (80° Licà s.v.); Martinez 6. All. Luis Castro 6.

Arbitro: Atkinson (ENG)

Assistenti di Linea: Child e England (ENG)

Quarto Uomo: Burt (ENG)

Marcatori: 21° Pandev; 69° Ghilas; 76° Quaresma; 91° Duvan

Ammoniti: 52° Henrique

Espulsi:

Recupero: 1’ p.t. – 4’ s.t.

Spettatori: 55.000 circa

Fernando Cerrato-Agenzia Stampa Italia





















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