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Marcatori: 14′ rig. e 63′ Pozzi, 18′ Volta, 44′ rig. e 59′ Bertani, 74′ Piovaccari
SAMPDORIA (3-4-1-2): Da Costa; Volta, Costa, Accardi; Semioli, Palombo, Obiang, Castellini; Bentivoglio (64′ Rispoli); Pozzi (75′ Maccarone), Bertani (64′ Piovaccari). A disp. Fiorillo, Foggia, Dessena, Rossini. All. Atzori
GUBBIO (4-3-3): Donnarumma; Almici, Benedetti, Maccarone, Farina; Sandreani, Boisfer (46′ Lunardini), Raggio Garibaldi; Bazzoffia, Ciofani (46′ Giannetti), Mendicino (46′ Montefusco). A disp. Farabbi, Paonessa, Ragatzu, Buchel. All. Pecchia
Arbitro: Calvarese di Teramo
Ammoniti: Almici, Maccarone (G), Bertani (S)
Espulsi: 12′ Farina, 38′ Maccarone per doppia ammonizione (G)

Commento di Francesco Zaccagni:

Come commentare una partita simile? Semplice, la partita finisce praticamente al 12’ del 1° tempo quando Farina atterra l’attaccante doriano: rigore che sicuramente ci può stare ed espulsione alquanto dubbia. Il resto poi è un Calvario per il Gubbio, parafrasando il cognome dell’arbitro Sig. Calvarese di Teramo. Da lì in poi la Samp raddoppia al 18’ e al 38’ c’è la mazzata finale: doppia ammonizione e cartellino rosso anche per Maccarrone, per un’entrata avventata sull’avversario e al 44’ altro gol della Sampdoria: al 44’ il Gubbio è sotto per 3 a 0 ed in 9 contro 11. Le regole non scritte di far play tra giocatori, avrebbero fatto pensare che la Samp nella ripresa si sarebbe “accontentata” del 3 a 0, ma così non è stato, andando ad infierire contro un avversario alle corde. È un errore, credo, crearsi inutilmente un nemico giurato, perché a Gubbio la gente ha la testa dura e la memoria buona e certe cose non le dimentica. Chissà al ritorno…

È un vero peccato non tanto per il risultato, che sarebbe stato comunque proibitivo, quanto per il fatto che non c’è stata veramente partita. Così la nutritissima tifoseria Eugubina presente al Marassi (forse il più bello stadio da calcio italiano) ha dovuto subire un’umiliazione assolutamente immeritata, pur non facendo mai mancare l’appoggio alla squadra, visibilmente frastornata. A partita conclusa il grande applauso ai giocatori del Gubbio nonostante lo 0-6 e l'incoraggiamento a continuare a lottare.

Risultato ed arbitraggio a parte, è comunque evidente l’attuale inadeguatezza della squadra rossoblù al campionato di serie B, anche se per le sentenze definitive sarà necessario aspettare almeno 3 o 4 partite giocate con la difesa al completo, oggi decimata da infortuni e squalifiche.

Alcuni punti deboli il Gubbio, però, li ha già mostrati chiaramente, tanto che la squadra, almeno oggi, appare più debole di quella che l’anno scorso militava in Prima Divisione.

Il reparto che maggiormente sembra indebolito è la difesa: le palle alte sono un incubo sia perché non c’è più un colosso come Borghese, sia perché il portiere Donnarumma è spesso insicuro e poco reattivo. La difesa, se al completo, potrà anche migliorare, ma il portiere è una questione a parte: se è scarso è scarso…

Si può reagire solo con la cattiveria e l'agonismo, ma la squadra appare molle, poco aggressiva e addirittura spaventata. L'allenatore Pecchia, attenuanti a parte, non sembra comunque caratterialmente in grado di conferire i giusti attributi ad una squadra che deve fare della grinta la propria prerogativa.

Quello che preoccupa, inoltre, è che non si vedono all’orizzonte squadre tecnicamente inferiori al Gubbio. Tutte le altre matricole hanno già fatto risultato e tra queste Nocerina e Verona hanno organici di spessore anche per la serie B.

Se poi ci mettiamo pure una chiara sudditanza psicologica a livello arbitrale, il quadro è funesto. Tuttavia il calcio ha spesso regalato sorprese incredibili ed il Gubbio in serie B ne è la riprova.

La ricetta è semplice, almeno per provarci: recuperare tutti gli infortunati, grinta senza limiti e stop a lagnarsi degli arbitri. Se si danno anche alibi alla squadra, allora è proprio finita, visto che l'unica possibilità è che i giocatori devono essere inferociti ed attaccare gli avversari con la massima aggressività.

Gubbio è una città notoriamente orgogliosa delle proprie tradizioni e i tifosi non abbandoneranno mai la squadra. Però, almeno in casa al Barbetti, bisogna farsi rispettare. E bisogna farlo subito, visto che sabato già c’è la Reggina.


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