(ASI) Verona. Il 4-1 non deve ingannare. Mai risultato nel calcio fu più bugiardo di quello maturato al Bentegodi. Gli scaligeri hanno disputato una buona gara, ma tre reti di differenza potrebbero starci solo per chi non ha osservato attentamente la partita. Noi c’eravamo, dunque fidatevi di quello che scriviamo. Verona diviene fatale per il Grifo così come lo è stata in passato per il Milan.
Il Veneto si conferma amaro per Nesta, almeno nei playoff. Dopo il Venezia dello scorso anno, ecco il Verona attuale. E dire che fatale avrebbe potuto essere Sadiq, ma il calciatore biancorosso si è divorato il più semplice dei gol. Nel calcio vince chi segna, e tra Di Carmine e Sadiq la differenza sta nel fatto che il primo è un goleador di razza, il secondo è un attaccante. Il bomber fiorentino, che custodisce in un angolo del suo cuore il Grifo, ha tirato fuori dal cilindro una rete di pregevolissima fattura. L’istinto del gol non si compra all’ingrosso; o lo si possiede, oppure diventa difficile sfondare la rete. Di Carmine si è caricato il Verona sulle spalle nel momento più complesso della stagione. Tre reti in due partite e semifinale playoff raggiunta. Bravo anche Aglietti a dare equilibrio alla squadra dolo il capitombolo di Cittadella. Il Perugia esce sconfitto con l’onore delle armi. Restano dubbi sull’espulsione ingiusta rimediata da Kouan che, di fatto, ha condizionato l’andamento della gara. Dubbi dicevamo, ma anche tante certezze. Le prime riguardano Goretti e Nesta, una coppia da non scoppiare. L’anno 1 incombe, guai a ripartire da zero. Le altre riguardano alcuni elementi da confermare, che tanto bene hanno fatto e che ancora tanto potranno dare alla causa biancorossa. Da Carraro a Falzerano, da Dragomir a Gyomber, hanno ancora molto da dare alla causa biancorossa. Voltare pagina alla svelta, cominciare a pianificare il futuro. La fatal Verona è già in archivio.
Raffaele Garienella –Agenzia Stampa Italia