(ASI) Perugia. La sfida tra Perugia e Salernitana si chiude con un pari sostanzialmente inutile per i grifoni, in una giornata in cui tutte le dirette concorrenti per i play-off hanno fatto bottino pieno, dal Parma al Venezia, dal Frosinone al Cittadella, sino al Foggia che si è pericolosamente riavvicinato (-5) al perimetro playoff. La squadra di Roberto Breda può recriminare per almeno quattro grandi occasioni negli ultimi venti minuti della partita e per un fallo in area di Monaco ai danni di Cerri, nel finale di primo tempo, apparso piuttosto netto ma giudicato dall'arbitro Piscopo di Imperia nei termini di una simulazione dell'attaccante biancorosso.

La squadra era comunque riuscita a rientrare in campo col piglio giusto nel secondo tempo, senza scomporsi né farsi innervosire dal gioco molto fisico, spesso ai limiti del regolamento, da parte della compagine granata. Al 5' della ripresa, il gol del solito Samuel Di Carmine, forse in millimetrico fuorigioco, rimetteva in parità il risultato, rispondendo al sussulto di Rosina che al 20' del primo tempo, complice anche una grave disattenzione di Belmonte, si era ritrovato sui piedi la respinta di Leali sul tiro di Casasola, infilando la porta di casa.

GIOCATORI SULLE GAMBE Dopo un buon inizio, dove Gustafsson ha anche colpito un palo a portiere battuto, la squadra, così come già visto contro Venezia e Ternana, è calata vistosamente accusando una condizione fisica deficitaria. L'abile Rosina e pedine importanti come Minala e Casasola hanno mostrato una condizione atletica per larghi tratti superiore, arrivando in anticipo su quasi tutte le seconde palle e vincendo gran parte dei contrasti contro i grifoni al momento più in difficoltà, su tutti Bianco e Gustafsson. Sulle fasce, generosissime, come al solito, le prestazioni di Mustacchio, a destra, e Pajac, a sinistra, quasi sempre protagonisti nella costruzione delle azioni più pericolose, ma in mezzo al campo e in difesa sono stati tanti gli errori commessi, specie nel primo tempo. Il fisiologico calo accusato nella seconda metà della ripresa da una Salernitana attentissima e ben messa in campo da Colantuono, ha consentito al Perugia di affacciarsi con maggior convinzione dalle parti di Radunovic, pur tuttavia senza trovare la via del gol che avrebbe chiuso l'incontro e regalato tre punti, tutto sommato meritati, alla squadra di Breda. Lo stesso tecnico veneto, cui oggi si può rimproverare ben poco, tanto meno l'eccesso di prudenza, ha evitato di sottolinearlo in sala stampa, presumibilmente per tutelare i suoi ragazzi da eventuali voci velenose e speculazioni giornalistiche, ma nelle ultime settimane la squadra, dopo un grande girone di ritorno a ritmi altissimi, ha cominciato a perdere fiato e forma.

PERSI PUNTI PESANTI Dopo la vittoria di Vercelli, dove si erano avute le prime avvisaglie del calo fisico, il Perugia ha colto appena sei punti in sei partite, una media misera rispetto a quanto di buono mostrato e ottenuto sino alla gara di recupero sul campo dei bianchi piemontesi. In queste sei gare, il Perugia ha vinto soltanto a Carpi per 2-1, faticando non poco e rischiando addirittura di subire la rete del pareggio nel finale di partita. Considerati i contemporanei flop delle dirette concorrenti per le posizioni di vertice, i dodici punti persi in queste ultime sei partite pesano come un macigno. La clamorosa sconfitta nel derby contro la Ternana, dove i grifoni, già affaticati nel primo tempo, sono stati rimontati dopo essere passati in vantaggio per 2-0, ha poi aggiunto malumori anche sul piano psicologico.

A questo punto del campionato è senz'altro vero che tutte le partite sono difficili e piene di insidie, a partire dai testacoda contro le formazioni in lotta per la salvezza. Tuttavia, le squadre più abbordabili affrontate in quest'ultimo mese, come appunto Avellino e Ternana, dopo aver battuto il Perugia non hanno più vinto una partita, ripiombando in situazioni di classifica estremamente critiche. Lo stesso Ascoli, che sabato scorso aveva strappato un punto ai grifoni, agguantando il pari appena trenta secondi dopo il raddoppio di Cerri, in questo turno è andato a pareggiare a Chiavari contro un'Entella rimasta in dieci uomini per larga parte del secondo tempo. Insomma, più che le altre a giocarsi la "partita della vita" contro il Perugia, sembra essere il Perugia a concedere loro tanto, troppo.

CARENZE DI ORGANICO La conferenza stampa di lunedì del presidente Santopadre e del direttore sportivo Goretti ha fatto molto discutere, sia fra la stampa che fra i tifosi, alla luce dell'amaro sfogo del patron contro le illazioni e le insinuazioni lanciate via social da una parte della tifoseria, che aveva messo in dubbio la reale intenzione della società e della squadra di centrare l'obiettivo della serie A, addirittura ipotizzando, in alcuni casi, una sorta di fantomatica compravendita delle partite. Ovviamente, nulla di tutto questo può essere tollerato. Si tratta di commenti diffamatori che la società ha ben fatto a respingere, ricordando la gravità di certe affermazioni anche dal punto di vista legale.

Detto questo, la conferenza stampa è servita anche per ribadire qualcosa che, grossomodo, sapevamo già e cioè che, ad ogni campionato, a questa squadra manca sempre un "pezzettino", come lo ha definito Goretti, per raggiungere l'obiettivo stagionale. A fine conferenza, Santopadre ha testualmente chiarito cosa si intende con l'espressione "pezzettino", ovvero circa 7-8 milioni in più all'anno che la società dovrebbe investire, evidentemente per acquisire le prestazioni di un maggior numero di giocatori di spessore e di categoria. Insomma, non proprio un dettaglio. Specie se si pensa che gli innesti del calciomercato di gennaio, per quanto rispondenti a certe caratteristiche, sono fuori condizione, come Gonzalez, Nura o Kouan, o addirittura hanno già concluso il loro campionato, come Dellafiore. Con una panchina così corta non sarà facile garantirsi l'accesso ai playoff e sarà ancora più improbo affrontarli con successo.

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