(ASI) Dopo due vittorie consecutive più o meno convincenti, il Perugia di Roberto Breda torna a perdere. Lo fa in casa, di fronte ad un pubblico sempre meno numeroso, dove si materializza la quinta sconfitta del campionato fra le mura amiche. Anche in questo caso si tratta di una partita approcciata male e finita peggio, un’ennesima disfatta interna che va ad aggiungersi all’1-5 con la Pro Vercelli, allo 0-3 col Cesena, all’1-3 con il Bari ed al 2-4 con l’Empoli. Tante, troppe, sono le reti subite finora dalla squadra in campionato, soprattutto in casa, dando l’impressione costante di un gruppo disunito, ancora pesantemente provato da quel terribile mese di ottobre in cui l’apparente corazzata di Federico Giunti naufragò amaramente fra le onde del burrascoso mare di una serie B che non perdona cali di concentrazione, svarioni e distrazioni.
Che quella di sabato fosse una giornata cominciata con il piede sbagliato si era capito dall’infortunio occorso in fase di riscaldamento a Pablo Hernán Dellafiore, il centrale di difesa argentino arrivato qualche settimana fa dal calciomercato di gennaio. In sua vece, sin dal primo minuto, Breda ha proposto un altro nuovo arrivato, ovvero l’uruguaiano Alejandro Damián González, chiamato a coadiuvare gli altri due centrali Volta e Belmonte, divenute pedine essenziali nella difesa a tre voluta e provata dal tecnico veneto in questo abbrivio del girone di ritorno.
Dopo le difficoltà evidenziate nel primo tempo della partita casalinga contro la Virtus Entella e nei primi venti minuti della trasferta di Pescara, il Perugia ha ripresentato la solita assenza di mordente in fase di approccio contro un’avversaria che arrivava a Pian di Massiano da sesta in classifica e forte di un ruolino di marcia esterno di tutto rispetto. Almeno per quanto mostrato in questa fase, le capacità tattiche e gli effettivi a disposizione di Venturato non sono né quelli di Aglietti né quelli di Zeman, e i risultati sono lì a dimostrarlo. L’approccio avrebbe dunque dovuto essere completamente diverso. L’idea di mantenere gli equilibri tattici, addormentando il gioco sino ad un certo momento della partita, per poi colpire nella seconda parte del primo o del secondo tempo non è una strategia che può premiare sempre, specie in situazioni di emergenza in fase arretrata come quella del Perugia di ieri, dove Volta ha dovuto abbandonare il campo dopo poco più di mezz’ora di gioco e l’arretramento di Del Prete in difesa ha lasciato abbondantemente a desiderare, come mostrato dai clamorosi svarioni che hanno portato alle reti ospiti di Schenetti e Strizzolo nella ripresa.
Capitolo a parte, ma direttamente collegato al problema difensivo, merita il discorso relativo agli infortuni: Dellafiore è già andato KO dopo due partite disputate a buoni livelli, mentre Nura, subentrato al dolorante Volta nel primo tempo, ha giocato appena quaranta minuti e poi è stato costretto ad uscire, lasciando il posto a Gustafson. Considerando anche il grave errore del portiere Leali sul traversone basso di Kouame a servire Strizzolo in occasione del terzo gol dei veneti, che ha di fatto chiuso l’incontro, praticamente tutte le pedine più importanti arrivate nel mercato di gennaio hanno mostrato una condizione fisica ed atletica improponibile per un campionato di serie B.
La reazione verso l’arbitro di Belmonte e l’inutile fallo di nervosismo di González nel finale di partita, costringeranno ora Breda a fare i conti con una situazione di emergenza in vista della difficilissima trasferta di Parma, dove tuttavia i grifoni dovranno ritrovare punti e fiducia per evitare di farsi nuovamente imbrigliare nelle zone pericolose della classifica, con un occhio ai cartellini e agli acciacchi fisici perché la settimana successiva al Curi sarà di scena il Palermo secondo in classifica.
Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia