(ASI) Il Perugia riemerge dal torpore degli ultimi due mesi e rifila cinque reti al Carpi di Mister Calabro, letteralmente non pervenuto sul terreno dello Stadio Renato Curi. La squadra emiliana è scesa in campo priva di mordente in avanti ma soprattutto della consueta solidità difensiva, caratteristica ereditata dalla gestione Castori, che prima di sabato le aveva consentito di subire soltanto tre reti complessive in trasferta. Eppure, se gli ospiti non si sono visti è anche merito dei grifoni.


Sin dal primo minuto, i giocatori di Roberto Breda hanno messo in campo mordente e grinta da vendere, correndo su ogni pallone, bloccando l'iniziativa avversaria e ripartendo in velocità verso l'area del Carpi che, pur ben imbottito con una difesa a cinque, non ha potuto evitare la goleada e nemmeno tentare di rimettere in gioco la partita nel secondo tempo, dopo essere passato al 4-4-2. Con un Buonaiuto nuovamente padrone della trequarti offensiva, un Di Carmine concreto e reattivo, un Han preciso e razionale, un Bandinelli tarantolato a rincorrere palloni a tutto campo ed un Colombatto geometra di centrocampo, il Perugia ha posto le basi per un dominio assoluto che si rispecchia perfettamente nel risultato finale.
La domanda che tutti, anche solo idealmente, si sono posti è: cos'era successo prima? Difficile dirlo, perché lo stesso Di Carmine in sala stampa è stato laconico, forse eccessivamente diplomatico, affermando che le voci relative a presunte questioni extracalcistiche circolate nelle ultime settimane attorno a Pian di Massiano non rispondono a realtà. Sicuramente, al di là della natura e dell'origine del problema, ben più di un equilibrio nello spogliatoio si era incrinato, tanto da far sprofondare la squadra in una condizione mentale ed atletica estremamente negativa.
Altrettanto certo è che, almeno per ora, i gruppi del tifo organizzato non intendono sostenere i calciatori, accusati di essere venuti meno all'impegno sul campo per troppo tempo, e preferiscono limitarsi ad onorare «la maglia e la città», come ribadito otto giorni fa dallo striscione esposto nel settore ospiti dello Stadio Pier Luigi Penzo di Venezia. A meno di clamorosi ripensamenti, gli ultras non saranno nemmeno presenti domenica prossima al derby anche se per ben altri motivi, già espressi oltre due mesi fa, in tempi non sospetti.
Ad ogni modo, se c'è ancora tanto tempo per ricucire lo strappo tra la squadra e la Curva Nord, ce n'è molto meno per preparare al meglio una sfida che Roberto Breda, in sala stampa, non ha esitato a definire come «la partita dell'anno». L'algido stile comunicativo del tecnico veneto, razionale e composto, agli antipodi del romano Sandro Pochesci, tecnico della Ternana, non ha potuto esimersi dal lanciare un messaggio indiretto alla squadra, invitandola a concentrarsi al meglio sull'incontro ad alta tensione che la attende domenica prossima.
Anche per questo, l'allenatore dei grifoni ha comunicato alla stampa che il ritiro a Roccaporena proseguirà a partire da martedì, una decisione comunque già presa durante la scorsa settimana «a prescindere dal risultato col Carpi». Al di là del significato storico di questa partita, vero ed unico derby dell'Umbria, il Perugia, proprio in forza del suo maggior potenziale tecnico e delle sue mai davvero abbandonate ambizioni d'alta classifica, dovrà affrontare questa gara certamente consapevole della sua importanza in chiave campanilistica ma al contempo inquadrandola in un'ottica di continuità dopo le ottime risposte fornite sul campo contro il Carpi.
Insomma, si cerchi di espugnare lo Stadio Libero Liberati ma senza disperdere tutte le energie fisiche e mentali, perché nelle tre settimane successive ci saranno l'Ascoli, la Salernitana (all'Arechi) e il Bari ad attenderci.

LE PAGELLE

ROSATI 6 - Non assegnare un voto al portiere per il solo fatto di non essere stato impegnato seriamente dalla squadra avversaria è un errore. Stavolta, infatti, dopo diverse uscite a vuoto, l'estremo difensore romano ha mostrato sicurezza e senso della posizione. Sereno.
BELMONTE 7 - Ritorna padrone della fascia destra con un'autorevolezza a lungo latitante. Si intende bene con Volta, il centrale più vicino alla sua corsia di competenza, ma anche con Brighi quando, non di rado, tenta di impostare e lanciare qualche contropiede. Sbarazzino.
VOLTA 6,5 - Dopo cali di concentrazione clamorosi per un giocatore del suo calibro, finalmente torna ad essere un difensore sicuro di sé. Di certo, la prestazione sterile del duo Malcore-Nzola lo agevola ed a tratti appare ancora "spaventato" dalle debacle del periodo buio. Convalescente.
MONACO 6 - Vale, più o meno, lo stesso discorso di Volta. Gli errori marchiani compiuti contro Pro Vercelli, Foggia, Spezia e Cesena si fanno ancora sentire nella testa del centrale partenopeo. Certi automatismi vanno registrati a pieno regime. Appannato.
PAJAC 7 - È uno dei pochi a non aver mai mollato la presa nemmeno nel periodo buio, adattandosi al ruolo di terzino sinistro. Il laterale croato macina metri sulla fascia, sganciandosi spesso verso l'attacco, dove Pachonik fa una fatica enorme a contenerlo. Risorsa.
BRIGHI 7 - Lo avevamo visto spegnersi nel mezzo della crisi nera delle settimane precedenti l'esonero di Giunti. La sua età avanzata dava da pensare ad un riposo prolungato e invece torna con caparbietà, annullando Pasciuti e vincendo quasi sempre i duelli con Verna. Senatore.
COLOMBATTO 7,5 - Assieme a Pajac è forse il solo capace a tenere sempre i ritmi alti, smistando palloni a destra e a manca. Rispetto ad inizio campionato appare più determinato nei contrasti. Forse la cura Breda comincia a farsi sentire. Goniometro.
BANDINELLI 8 - Letteralmente indiavolato, la mezzala corre ovunque a recuperare palloni, rilancia l'azione offensiva e si concede pure il lusso di scagliare un rasoterra preciso dal limite dell'area, portando i grifoni sul momentaneo 2-0. Zanetti dell'Arno. (Dal 67' BIANCO SV).
BUONAIUTO 7,5 - Pronti, via. Ripartiamo dalla partita col Parma, quando, lanciato da Giunti nel ruolo di trequartista tra lo scetticismo generale, segnò due reti straordinarie da fuori area. Dopo tre minuti di gioco ne fa una simile al Carpi. Fosse l'Emilia a portare bene? Ricordiamocene al ritorno. Chirurgico. (Dal 78' TERRANI SV).
DI CARMINE 8 - Criticato e osannato, Samuel Di Carmine è l'attaccante che in serie B un po' tutti vorrebbero. Se è in giornata, non c'è scampo per nessuno. Ne sanno qualcosa Brosco e Ligi, quando se lo lasciano sfuggire in occasione del terzo e del quarto gol. Straripante. (Dal 68' FRICK SV).
HAN 7,5 - Chi pensava che si trattasse di una pur esaltante meteora, destinata a spegnersi dopo lo scoppiettante avvio, dovrà ricredersi. Come ha detto Breda a fine partita, il giovane nordcoreano deve giocare sempre più vicino alla porta avversaria, dove diventa micidiale. Taepodong-2.

Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia

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