(ASI) 20 settembre 2014, seppur in un contesto di Under-16 si gioca a Bangkok una partita che non può passare innoservata. È la finalissima del Campionato Asiatico di categoria, da una parte la Corea del Nord, dall'altra quella del Sud. Il derby a cavallo del 38° non è cosa inedita, tutt'altro, ma è sempre una partita sentitissima e piena di risvolti particolari. Questa gara però rappresenta un fattore inedito, infatti un anno prima la Federcalcio di Pyongyang aveva “aperto” alla possibilità di far studiare calcio ad una trentina di giovani nordcoreani inviati tra Catalogna (Fundació Marcet) e Perugia (Italian Soccer Management), e la maggior parte dei ragazzi che compongono l'11 titolare della finalissima ha già alle spalle questa esperienza. Per aggiungere pepe all'incontro, nella Sud Corea gioca Lee Seung-Woo, già stella della masia del Barcellona.
I sudcoreani passano in vantaggio, ma nel secondo tempo i cugini del nord firmano la rimonta, con reti di due “catalani”: Han Kwang-Song e Choe Song-Hyok, le due stelle cresciute in Patria nella scuola sportiva del Chobyong.
Conclusa l'esperienza in Catalogna (Han e Choe giocerono anche con la maglia del Tecnofutbol nella Lega dilettantistica Catalana) dopo il trionfo continentale, la nazionale viene completamente impiantata a Perugia, in modo da preparare al meglio l'appuntamento Mondiale dell'anno successivo, che si fermerà per i nordcoreani agli ottavi contro il Mali, poi finalista. E sono ancora Han e Choe i giocatori che mostrano i migliori colpi.
Il primo è un attaccante centrale, il secondo è la sua spalla ideale, ma preferisce partire giostrare più lontano dalla porta. Rimangono ancora nella scuola calcio di Perugia, assieme ad altri compagni, in un cammino che si divide solo nel 2016, quando Choe, il più “anziano” dei due (è nato l'8 febbraio 1998) è messo sotto contratto dalla Fiorentina, che lo parcheggia in Primavera. Esordisce il 5 marzo contro la Virtus Entella e raccoglie appena 4 presenze, chiuso da Joshua Perez, Federico Chiesa e Giuseppe Caso. Nonostante ciò Guidi, l'allenatore dei giovani gigliati, vuole tenerlo in squadra e il DS Pradè gli fa firmare il primo contratto da professionista, che però non verrà mai depositato a causa dell'avvicendamento tra Pradè stesso e Corvino. Da qui inizierà una lunga battaglia legale tra la Fiorentina e i legali del calciatore, che si ricongiunge con i connazionali a Perugia.
Nel frattempo l'amico Han finisce al Cagliari e diventa il primo nordcoreano ad esordire e, successivamente, a segnare nella nostra Serie A.
Dopo una stagione di stop forzato (in gare ufficiali gioca solo il Campionato under19 asiatico, decisamente sottotono), Choe ha la sua seconda occasione con la maglia del Perugia, portato da quella vecchia conoscenza di Sandro Stemperini, che ai tempi di Gaucci grazie alla “stanza scopri talenti” porto in maglia biancorossa, tra gli altri, Obodo, Ahn, Nakata, Vrzyzas e Rezaei: una garanzia.
Choe è un esterno offensivo (maglia numero 10 con la nazionale minore), piede sinistro, abile nel dribbling ed esplosivo nei primi metri. Come tutti i nordcoreani ha grande capacità di corsa e resistenza. Muscolarmente è pronto per giocare a questi livelli, ma deve essere ancora sgrezzato da un putno di vista tattico e del lavoro con i compagni di squadra (il famoso “dribbling in più”). Un piccolo diamante su cui Giunti dovrà lavorare, con perizia e pazienza.
Marco Bagozzi - Agenzia Stampa Italia