(ASI) Avellino.La gara perfetta. Quella nella quale i meriti di chi vince sovrastano, causandoli, i demeriti di chi perde. E in cui anche gli episodi vanno tutti come devono andare. A partire dal fallo di mano di Dossena nei primi minuti -forse fuori, forse dentro l'area- che magari avrebbe potuto indirizzare la gara in altro modo. Ma oggi, per quello che si è visto, il Perugia non avrebbe avuto comunque difficoltà a disporre degli irpini a suo piacimento. Troppo evidente la differenza in campo.
La squadra di Bucchi, rabberciata in difesa, ha invece cominciato a costruire proprio dalla terza linea il suo trionfo. Perché Del Prete e Di Chiara centrali e Fazzi e Dossena esterni, per caratteristiche garantiscono maggior velocità e precisione nell'impostazione e questo consente anche ai centrocampisti di anticipare le giocate, con beneficio per l'efficacia e la finalizzazione della manovra. Per tutto l'incontro il Perugia ha nascosta la palla agli irpini che, presi dalla frustrazione, hanno solo saputo lanciare palle lunghe, ingiocabili dall'ex Ardemagni, così escludendo dalla manovra anche il temuto Verde, perso tra le linee mobili del Grifo. Sempre primi sul pallone, sempre bravi a giocare negli spazi, i grifoni hanno praticamente nascosto la palla ai lupi, intontiti dal palleggio fitto e preciso, orizzontale, verticale e diagonale. Un tourbillon organizzato, con Fazzi a spingere a sinistra, Gnahoré e Acampora a impostare per Dezi, abile a illuminare per Guberti e Di Carmine. L'Avellino non ci si è raccapezzato e, stavolta, il Perugia ha trovato anche la rete con una concretezza micidiale, troppe volte mancata in passato. Sugli scudi Di Carmine, per la tripletta da punta d'area quale non è, e per la prestazione corposa, a suo agio perfetto nell'impostazione manovriera che lo ha chiamato a svolgere il ruolo nel modo che predilige, cioè partecipando al gioco attivamente. Tutto perfetto, insomma, in tutti i reparti. E tutto facile, quasi in maniera irrisoria. E cosi l'Avellino di Novellino, squadra del momento, risalita nelle nove precedenti partite dalla zona calda alle soglie del perimetro play off, ha dovuto ripiegare i vessilli e, complice anche la pesante penalizzazione di cui potrebbe essere oggetto, tornare in un colpo solo ad occuparsi di salvezza, altro che sogni di gloria! Il Perugia forse oggi ha testato altre possibilità attiche e individuali. Il lavoro per Bucchi, in vista di Cittadella e della volata finale, trova nuove risorse. Chissà che la trasferta in Irpinia non abbia segnato una piccola svolta nella maturità del campionato del Perugia.