(ASI) Vicenza. Un primo tempo scintillante basta al Perugia per chiudere la pratica Vicenza. E per chiudere anche con gli ex Bisoli e Rizzo, espulsi nel finale della prima frazione e usciti di scena. Il 3-0 lo siglano Brighi, Di Chiara e Dezi, cioè due centrocampisti e un difensore, e questo è un buon segnale. Come positivo è il fatto che il Perugia, negli episodi delle marcature, ha dimostrato quel cinismo che era mancato col Carpi.
La partita i grifoni la vincono a centrocampo, con Brighi sopra tutti per visione e tempi di gioco. Il Vicenza praticamente non esiste in campo e subisce i tre ko come un pugile suonato che proprio non trova le misure. Già prima delle segnature la squadra di Bucchi aveva però dato chiari segnali di supremazia in campo, perché i meccanismi funzionavano sia sulle fasce che al centro del campo e i grifoni erano bravi a inserirsi tra le linee venete per andare al l'uno contro uno, specie a sinistra con Guberti. Poi, nella ripresa, il Perugia si è rilassato troppo, con una gestione non molto concentrata della situazione. Troppe ammonizioni prese, tra cui quella di Mancini, appena entrato per scongiurare guai peggiori a Volta, a sua volta ammonito. Troppo campo lasciato ai vicentini e, in generale, un atteggiamento mentale poco consono ad una sfida agonistica. Così il Vicenza ha potuto segnare e sognare di riaprire la partita. Così non è stato, perché la squadra di Bisoli si è confermata poca cosa e il Grifo alla fine, con Di Carmine, è risuscito a fare poker. Quanto è bastato, però, per far dire a Bucchi a fine gara che in settimana lavorerà molto sul secondo tempo dei suoi a Vicenza. Potrà farlo, comunque, a pancia piena, e questo è sempre un vantaggio. Alle porte c'è il Pisa che del suo allenatore incarna lo spirito di battaglia. Una partita difficile, ma non impossibile, purché interpretata senza cali di tensione.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia