(ASI) Chiavari. Adesso comincia a suonare il preallarme. Il Perugia è una bella rosa senza spine. Soddisfa gli esteti del bel calcio, ma non punge. Gioca nel complesso sempre meglio degli avversari, ma sbaglia occasioni anche clamorose.
Stasera il titolo di Mister Spreco se lo aggiudica Guberti, che tra i tanti errori inanellati, per lui davvero incredibili, si divora un gol al 52' a tu per tu col portiere sull'1-1. Per converso, gli avversari approfittano puntualmente degli errori difensivi dei grifoni (stasera Di Chiara sul primo gol e Volta sul secondo) così le matasse si ingarbugliano. E nel calcio questa è una china pericolosa, perché può ingenerare la sindrome da impotenza, o quella dello sficato. Entrambe patologie che inducono crisi di personalità, con rischio di smarrimento di certezze e di identità. Cioè, il risultato fin qui, giustamente, più sottolineato da Bucchi. Ma proprio qui sta il punto: se il Perugia si è espresso sempre bene e ha fatto giocare praticamente tutta la rosa, non sembra esserci un problema di interpreti e non sembrano esserci significativi margini di miglioramento nelle prestazioni. Bucchi è riuscito a dare un gioco al Perugia in poco tempo e quindi merita fiducia: guai a buttare il bambino con l'acqua sporca. Ma il mister deve capire presto e bene perché gli episodi siano andati sempre a sfavore del Perugia: non può essere un caso. Se è un problema di personalità, di concentrazione, di leggerezza o di esperienza, è difficile dire. Forse, un po' di tutte queste cose, senza voler scomodare anche disquisizioni tattiche e tecniche su moduli e caratteristiche dei giocatori. A Chiavari il primo gol è stato preso su corner, con Di Chiara che si è perso Ceccarelli in mezzo all'area; e il secondo su un rinvio del portiere, sul quale i centrali Volta e Monaco, con la linea molto alta, si son fatti sorprendere sullo scatto da Caputo. Di fronte a questi errori e a quelli commessi in fase di attacco, passano in secondo piano anche i buoni esordi stagionali di Nicastro (sua la rete del pari) e Acampora, finché il fisico ha retto.
Ora, nel posticipo di lunedì con la Spal al Curi, la vittoria è già un obbligo. E, quando si deve vincere, non è mai facile. Di sicuro, si deve ripartire da Bucchi e dal gioco che ha dato alla sua squadra, che è un valore aggiunto in pochissimo tempo. Poi, ci vuole lucidità di analisi e una scossa psicologica che eviti ai grifoni di scoraggiarsi e perdere le sicurezze fin qui dimostrata sul campo. Perché se è vero che col gioco prima o poi i risultati di solito arrivano, si può anche verificare che, senza i risultati, alla fine si smarrisca il gioco. Bucchi e i suoi dovranno accuratamente evitare questo rischio letale.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia