(ASI) In casa Milan altri senatori sono in partenza, dopo l’errore dell’anno scorso di Pirlo. Gattuso non rinnoverà, Van Bommel tornerà al Psv Eindovehn lasciando con le lacrime in conferenza stampa, Nesta e Seedorf lasceranno, non si sa per dove. Ma un altro baluardo del calcio rossonero e non solo considerando i precedenti con la Juve e con la Nazionale, dà un bellissimo addio con una lettera aperta ai tifosi: Filippo Inzaghi.
Super Pippo ringrazia i compagni, il Presidente Berlusconi e l’A.d. Galliani, il vecchio mister Ancellotti, non menzionando Leonardo e Allegri, che gli hanno regalato moltissime panchine e soprattutto a tutti i tifosi, che l’hanno accompagnato nella sua luminosa carriera, costellata da brutti infortuni, tanti trionfi e moltissimi goal. Ringrazia il Piacenza dove ha esordito in B e si è presentato al calcio, il Leffe (in C1), il Verona per farsi le ossa; il Parma dove ha esordito in A, l’Atalanta dove è esploso vincendo la classifica dei capocannonieri nel 1996/97 e segnando l’ultimo goal proprio contro la Juve, che si aggiudicò il suo ventiquattresimo scudetto e a cui poi si trasferì per quattro incredibili anni segnando 89 goal, costruendo una favolosa coppia d’attacco con Del Piero e vincendo uno scudetto, perdendo una finale di Champion. Poi con l’arrivo di Trezeguet a Torino, ci fu l’approdo al Milan per undici indimenticabili anni, che finiranno domenica contro il Novara, dove Inzaghi farà la sua ultima e trecentesima presenza. Onore a Super Pippo, campione del mondo 2006, autore persino di un goal contro la Repubblica Ceca. Come poteva congedarsi? Con il goal della vittoria contro il Novara, l’ultimo di una grandiosa favola del calcio, che si congeda con un'altra leggenda, nonché amico Alessandro Del Piero.
Per celebrare questo patrimonio del calcio, ci sembra opportuno di riportare l’intera lettera pubblicata nel sito del Milan”.
“Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno. Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati. Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari. Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva non concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare. Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi. Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri. E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu. Ciao a tutti e grazie. Pippo Inzaghi”.