Tra sogno e realtà, binomio non certo irrilevante, prosegue il pirotecnico campionato della capolista. Fortuna o bravura?
Quante prove dovrà superare la Lazio per essere considerata una big del campionato?
I biancocelesti, dopo nove giornate disputate, sono stanziati comodamente in prima posizione, a +4 dall'Inter e +5 dal Milan. Eppure questo non sembra bastare.
Zamparini, vulcanino presidente del Palermo, si è scagliato, nelle ultime ore, contro il non gioco degli uomini di Reja, a parer suo troppo fortunati e sostanzialmente mediocri. Nelle parole del patron rosanero c'è un pizzico di verità. Domenica, al "Barbera", il Palermo è andato ad impattare nella sconfitta contro una Lazio glorificata dalla magica prodezza di Andrè Dias. Dopo la rete realizzata, gli ospiti non hanno più impensierito l'estremo difensore dei siciliani. E anzi, la formazione di Delio Rossi, si è resa pericolosa in più circostanze e ha recriminato per due calci di rigori non concessi dall'arbitro Damato di Barletta. Il risultato (0-1) non può certamente soddisfare una squadra, quella palermitana, in grado di creare una mole spettacolare di occasioni da gol. Le parate di Muslera, la vivacità del talentuoso Hernanes, il cinismo di Zarate e Floccari, hanno permesso ai laziali di impossessarsi di altri tre punti incantevoli, andando a conquistare un successo prezioso, nonostante l'inferiorità numerica. Infatti, ad un quarto d'ora dalla fine del match, Biava, già ammonito, ha commesso un fallaccio che gli è costato il famigerato cartellino rosso.
Javier Matìas Pastore e compagni ci hanno provato, senza esito, in tutti i modi. Ma il muro "aquilotto" non è crollato, confermandosi imperforabile e vincente. Insomma il Palermo ha giocato, la Lazio ha vinto. Come una grande squadra (e qui la similitudine e d'obbligo!), il team capitolino ha sofferto ed è riuscito a trasformarsi nel grande protagonista della giornata calcistica italiana. Ed ecco dunque che il primo posto in classifica non appare affato immeritato per una squadra coadiuvata dalla dolce e supina Dea Fortuna, figura mitologica della religione romana e spirito guida dei grandi condottieri. Ma siamo sicuri che a pilotare la Lazio sia soltanto la Dea bendata?