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Juve-Inter. Oh capitano, mio capitano.
(ASI) La partita perfetta per il tifoso juventino. Juventus Stadium coreografia incredibile che sintetizza tutto ciò che è avvenuto negli ultimi sei anni da Calciopoli in poi e un uomo, anzi l’Uomo simbolo della Juve che entra e cambia la partita contro gli acerrimi rivali d’Inter, prendendosi il derby d’Italia. Neanche c’è bisogno di menzionarlo, quanto è grande e decisivo.

Juve e Inter è stata una partita dai due volti, combattuta e avvincente nel primo tempo, che vede Matri e Marchisio sprecare belle occasioni, mentre l’Inter dalla mezz’ora in poi schiaccia la Juve nella sua metà campo e trova un superbo Buffon, che nega al goal due volte a Milito, a Forlan, a Obi e a Stankovic. Juve decisamente in difficoltà e che va al riposo un po’ perplesso.

Conte capisce che la squadra non gira, quindi cambio inaspettato Bonucci al posto di Pepe e Del Piero per Matri, passando dal 4-3-3 al 3-5-2, la Juve ha più spinta sulle fasce e si fa pericolosa, soprattutto dalla corsia di Caceres. Da un calcio d’angolo parte una palla calibrata per la testa dell’uruguagio, che perfora Julio Cesar e sigla la sua terza rete stagionale (dopo la doppietta della semifinale di andata contro il Milan).

L’Inter subisce il colpo, Ranieri leva Obi e Poli, i più tonici e mette Faroni e Pazzini. La Juve è ancora più decisa e da un assist di Vidal, Del Piero, s’infila tra la difesa dell’Inter e fa saltare in piedi il popolo juventino, che non poteva ricevere regalo più bello, vedere il proprio capitano trafiggere il biscione, dopo 5 giorni dal goal contro il Milan. La Juve controlla e fa sua la partita, sfiorando il terzo goal con Vucinic e poi con il suo sostituto Quagliarella, con Maicon che salva sulla linea e poi Julio Cesar che fa un miracolo su Chiellini.

L’Inter che dopo un bellissimo primo tempo, ha dato la resa, Ranieri non ha azzeccato i cambi, a differenza di Conte, che ha capito che in queste dieci finali di campionato deve affidarsi al suo ex compagno di squadra, che più di ogni altro ha vinto e che non ha smesso di voler giocare, segnare e magari vincere. C’è da chiedersi come si può lasciare andare via così un giocatore così, l’amato Pinturicchio, come lo chiamava l’avvocato, forse sarebbe opportuno rifletterci, perché è proprio quando l’avversario si fa forte, che Del Piero fa le magie, sconfiggendo gli avversari. L’ultimo derby d’Italia non poteva avere sapore migliore per Alex e per il suo popolo che lo venera e lo venererà sempre come un re, lui che ha guidato la nave bianconera sia nei mari caldissimi delle coppe, che in quelli bui e ghiacciati della B.

Il Milan è una squadra più completa e con l’ex Ibra, sembra inarrestabile, ma questa Juve con il suo spirito di squadra, la velocità, i colpi di Vucinic e ora con il suo capitano non è da meno e meriterebbe davvero di avere qualcosa da festeggiare a maggio e fare così una bella linguaccia agli avversari di sempre…

Daniele Corvi Agenzia Stampa Italia

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