La vittoria in campionato contro il Genoa sembrava aver illuminato un team entrato estremamente in confusione nelle prime giornate stagionali. La sconfitta subita in Champions dal Basilea, ha però permesso al vocabolo “crisi” di ripopolare Trigoria. Tra le più grandi delusioni della nuova serie A, un ruolo da interprete principale lo sta svolgendo la ciurma guidata dal pragmatico Ranieri. Dopo aver sfiorato lo scudetto nella scorsa annata, i giallorossi capitolini stanno adesso attraversando un periodo non certo fortunato.
La poca incisività mostrata nelle prime otto partite è il light motif del non gioco della Roma, troppo spesso entrata in affanno e confusione con squadre sulla carta inferiori. Lo scialbo pareggio domenicale contro il Parma fanalino di coda, testimonia il non esserci di una squadra meritatamente stanziata nelle zone rosse della classifica. Se il primo posto occupato dagli odiati cugini della Lazio dista la bellezza di dieci punti, il divario dall’ultima posizione appare ben meno “monumentale”. A separare la Roma dalle ultime Parma e Cagliari ci sono, infatti, solamente due punti. La situazione oscilla fra il preoccupante ed il non, con i romani chiamati ad invertire la tendenza negativa delle ultime settimane. La piazza comincia a ribellarsi e ad emanare calore isterico. Come se non bastasse la posizione poco gratificante, a complicare ulteriormente la stato d’animo del club giallorosso è indirettamente la Lazio del patron Lotito, rivelazione del campionato e saldamente ancorata in testa alla classifica. L’umore, in casa biancoceleste, non può che essere spumeggiante. I 19 punti fin qui conquistati, stanno facendo sognare il popolo laziale, finalmente divertito e glorificato da una squadra cinica e laboriosa. Soltanto lo scorso anno, malumori e tensioni erano all’ordine del giorno. Il gruppo è riuscito a ricompattarsi, superando le mille difficoltà che avevano precedentemente dato origine ad un rapporto incline tra squadra e tifosi. Nonostante il sensazionale avvio, condito deliziosamente dall’esaltante conquista del primato, la vittoria del torneo non risulta essere l’obbiettivo cardine delle aquile gestite egregiamente dallo stakanovista Reja, da sempre fautore della filosofia dell’impegno.
Roma e Lazio stanno respirando due aree completamente diverse. Quale sarà il loro futuro? La serie A saprà dare una risposta...