(ASI) Alla fine ha vinto il bene… del campionato. La vittoria della Juventus arricchisce lo spettacolo e rivoluziona la classifica in un turno esaltante, che ha visto cadere l’Inter a Marassi sponda Samp (2-1), il Napoli beffata in casa dallo Spezia (1-2) e la Roma che ha passeggiato con un bel 3 a 1 a Crotone.
La sfida di San Siro avrebbe decretato la fuga del Milan o la riapertura dei giochi. Grande protagonista il Covid-19 che dopo la positività di Alex Sandro e Cuadrado ha colpito pure Krunic e Rebic. Juventus priva anche di Morata, Milan con altre cinque assenze tra cui Ibra. Squadre così cambiate: Pirlo mette un 4-4-2 con Danilo a destra e il giovane Frabotta a sinistra, i soliti Bonucci e De Ligt a coprire Szczeny, mediana con Bentancur e Rabiot, sulle fasce Chiesa e Ramsey, davanti Ronaldo e Dybala. Pioli schiera un 4-2-3-1, Donnarumma, Kjaer, Dalot, Romagnoli, Theo Hernadez, in mezzo al campo Kessie e Calabria, sulla trequarti Hauge, Calhanoglu, Castillejo, punta Leao.
Juve subito pericolosa con Dybala e con Frabotta, che annunciano che la Juve vuole dimostrare di valere. Chi sale in cattedra è però Federico Chiesa, da calcio d’angolo gli arriva un pallone e colpisce un palo su cui nulla poteva Donnarumma. Poi servito da Dybala trova la respinta del portiere. Bentancur perde una palla sanguinosa con un tacco sbagliato, dove però Szczeny salva i suoi. Al 18’ sempre Dybala serve benissimo di tacco e con un tiro potente porta in vantaggio i bianconeri. Al 25’ sempre Chiesa, un vero castigo per il diavolo, si rende pericoloso. Il Milan prende le misure, la Juve si abbassa e si rende pericoloso in diverse occasioni che impegnano Szczeny, finché al 41’ dopo una dura spallata di Calahanglu su Rabiot fa ripartire un’azione, che con una verticalizzazione arriva la palla a Leao che serve Calabria che con un bel piattone trova l’angolino per il pareggio. Il goal partiva da un’azione irregolare, ma Irrati facendo cenno di proseguire, blocca come da regolamento l’intervento del Var. La Juve protesta e cerca di reagire con una pennelleta di Ronaldo a Ramsey che tira debolmente.
La ripresa vede il Milan pimpante e Pirlo chiede dei cambi Kulusevski e McKennie per Chiesa e Dybala. Destino vuole però che prima che la palla esca Dybala serva sulla destra nuovamente Chiesa che entrando in area segna il 2 a 1. Goal e cambio. Il Milan accusa il colpo e la Juve tenta di affondare con i nuovi entrati. Irrati fa un errore da matita blu, quando Bentancur interviene malamente già ammonito, l’arbitro fa proseguire per la regola del vantaggio, ma poi non ammonisce l’uruguaiano. McKennie va alla conclusione due volte, prima servito da Ronaldo e poi da Kulusevski. Al 76’ però lo svedese con tenacia e abilità arriva sul fondo e con la suola dello scarpino serve l’americano che appoggia in rete il 3 a 1. La Juve prende il controllo della partita. Al 93’ Rabiot fa cadere Daniel Maldini in area, sarebbe rigore, ma Irrati non è in giornata.
Nonostante i tanti errori dell’arbitro Irrati, la Juventus legittima il suo successo e fa cadere il Milan dopo ventisette turni di fila. Tutto partì da quel 7 luglio quando la Juve di Sarri a San Siro dopo un bel primo tempo e un legittimato 0 a 2 si fece ribaltare in venti minuti con quattro goal. Quella partita iniziò il declino della Juve, che riuscì con fatica a portare a compimento un campionato che sembrava già vinto. Questa partita potrebbe rappresentare un nuovo Sliding door alla rovescia. Il Milan chiamato a un test chiave per la fuga, fallisce e rimette in vita la Juventus che riduce il -10 a -7 con la partita discussa con il Napoli da recuperare. Bisognerà vedere come reagiranno gli uomini di Pioli che però escono a testa alta. Primo scontro diretto vinto per Pirlo che sembra aver consolidato le certezze della squadra. Juve che potrebbe riaprire la sua corsa verso lo scudetto, ma saranno gli scontri con Sassuolo, Bologna e soprattutto Inter a sancire se questa Juve è effettivamente in grado di proseguire la corsa verso il suo decimo scudetto consecutivo. Incoraggiante la prestazione di Chiesa, vero e proprio mattatore e in crescita continua, bene il solito McKennie e si sta riprendendo Dybala. Per una volta Cr7 non ha inciso sulla vittoria.
Il mercato potrebbe aiutare, serve la quarta punta per quanto molti dei nomi che circolano come Quagliarella, Pellé, Llorente non convincono, meglio Giroud e Milik, occasioni da sfruttare Depay e il Papu Gomez, ma il solito capriccioso Bernardeschi, pedina di scambio, e ormai corpo avulso nella Juve di Pirlo, rifiuta ogni trasferimento. Auspicabile il rientro alla base di Luca Pellegrini come vice Alex Sandro, ma più di tutti servirebbe un centrocampista d’ordine, qualora partisse Rabiot (sempre discontinuo) per l’Everton potrebbe aprirsi qualcosa. Mese di gennaio così in fieri e nello stesso tempo decisivo per il proseguimento della stagione.
Daniele Corvi – Agenzia Stampa Italia