(ASI) “Certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e poi si ritrovano” così canta Antonello Venditti nella famosissima canzone “Amici mai” del 1991. Con Venditti associando al calcio si pensa alla Roma, con le sue melodie come “Roma capoccia” o “Grazie Roma” e nello stranissimo quanto affascinante calciomercato di oggi ci si può ritrovare nelle parole del cantautore romano.
Il soggetto coinvolto è Alvaro Morata, anno 1992 (nato nel pieno del successo della canzone), giocatore della Juventus dal 2014 al 2016, che lasciò Torino a malincuore solo per la recompra esercitata dal Real Madrid. Morata era perfettamente integrato con la Juve di Pirlo (allora giocatore) e compagni, aveva trovato un amico fraterno come Simone Zaza e l’amore di Alice.
A quel tempo Morata era un ragazzo di belle speranze che doveva far rifiatare la coppia Tevez-Llorente, ma divenne protagonista tanto da segnare 5 goal in Champions compreso il goal a Berlino contro il Barcellona del momentaneo 1 a 1. Un pareggio che ironia del caso sarebbe stato illusorio grazie al 2 a 1 di Suarez. Ancora una volta il destino di Morata e Suarez si è legato, perché l’oggetto del desiderio del popolo juventino era proprio il Pistolero, ma che per le complicazioni del passaporto ha dovuto abbandonare l’ambizioso progetto. Saltato Suarez, era pronto Dzeko che doveva essere compagno alla Juve nel 2015, alla seconda stagione di Morata, ma che andò alla Roma, essendo stato preferito Mandzukic, perché ritenuto “più cattivo”.
Il bosniaco così poteva chiudere la sua carriera con quella Juve con cui flirta da dieci anni fin dai tempi del Wolfsburg. In questo amore mai sbocciato tra Dzeko e la Juve, il terzo incomodo lo fa Milik, sedotto e abbandonato dalla vecchia signora. Il polacco doveva essere l’erede del bosniaco, così facendo sull’asse Napoli-Roma-Torino ci sarebbe stato un giro di numero 9. Milik però si è ostinato per multe e due mensilità in un rapporto controverso all’insegna dei capricci e delle ripicche con De Laurentiis. Bloccata la Roma, ferma la Juve.
Così è intervenuto Pirlo che ha telefonato all’ex compagno Morata e Paratici ha sugellato il ritorno dello spagnolo, emozionato ancora più della prima volta. Mascherina bianconera, occhi lucidi, Morata torna come calciatore affermato, ma mai esploso con una moglie e due figli e un terzo in arrivo che probabilmente nascerà a Torino. Madrid, Londra, poi di nuovo Madrid (sponda Atletico) l’amore di Morata per la Juve ha fatto dei giri immensi e ora si riprende quella numero 9 ceduta a Higuain nel 2016 e ripresa ora che il Pipita ha definitivamente abbandonato Torino. La Juve si “accontenta” di Morata che non è una prima scelta né una seconda, non fa rumore come Suarez, non è congeniale come Dzeko, ma conosce l’ambiente è juventino, si sa sacrificare in campo e accetta la panchina, ha un feeling con Pirlo ed è più giovane di sei anni del bosniaco e cinque di Suarez. Dettaglio non trascurabile ha un ingaggio inferiore e al momento l’operazione è meno onerosa, in quanto viene con un prestito di 9 milioni, con un diritto, e non obbligo, di riscatto a 43.
Così la Juve ha il suo attaccante di razza per quest’anno low cost, ha abbassato il monte ingaggi, risparmiato e ringiovanito la rosa. Scontento Milik, prigioniero di De Laurentiis, Suarez ancora nel limbo perché pare che il Barcellona non voglia cederlo alla rivale dell’Atletico e delusissimo Dzeko, legato a Roma, ma pronto con le valigie in mano ad andare a giocare con Cr7. Il capitano giallorosso forse ora capirà meglio la canzone “Amici mai” e penserà all’amore tra Morata e la Juve, che dopo giri immensi si sono ritrovati. Pirlo e Morata si ritrovano così dopo cinque anni, pronti per riprendersi magari quella coppa persa a Berlino nell’ultima partita giocata insieme.