(ASI) A Lipsia, in occasione della gara dei sedicesimi di Europa League tra il Napoli e la “casata Red Bull” era stata allestita una stanza - dentro lo spogliatoio – per permettere a Maurizio Sarri di fumare prima, durante e dopo la partita.
L’ex tecnico partenopeo inoltre, una volta abbandonata la città dalle mille superstizioni, ha poi trovato in quel di Stamford Bridge la propria bolla di sapone avrebbe detto Leibniz – un apposito box per consumare le sue sigarette prima di ogni match casalingo. Sulle tracce del modello inglese, chissà se il triumvirato Pallotta-Gandini-Baldissoni sta già pensando di ricavare, dai “sotterranei” dell’Olimpico, una Rage Room per Eusebio Di Francesco. Il tecnico della Roma, che dopo la rete del pareggio di Manolas nel match con l’Atalanta ha sferrato un “Jab” alla panchina fratturandosi il quinto metacarpo, dovrà pure iniziare a trovare un modo per sfogare le proprie sinistre pulsioni visto che mancano ancora più di trenta partite alla fine fra campionato, Champions League e Coppa Italia. Chi invece usa le mani di mestiere, ma di certo non per centrare qualcosa, è il portiere Loris Karius che una volta approdato in Turchia, sponda Besiktas, per far dimenticare le papere commesse lo scorso anno ha voluto rasserenare tutti in aeroporto sollevando le braccia e traendo le mani in avanti, un gesto ibrido tra il sacro e il profano, tra la remissione dei peccati e l’alba dei morti viventi. Segnali distensivi che comunicano una riappacificazione oppure altri tesi alla tracotanza e ad un clima da guerra fredda. Questo il caso di Josè Mourinho, che dopo la netta vittoria del Tottenham ai danni del suo Manchester United, ha più volte ribadito in conferenza stampa, con tono di chi si sente vituperato, di aver vinto sempre tutto in carriera, addirittura più dei 19 allenatori della Premier League. Dietro il portoghese pare potrebbe materializzarsi la teofania di Conte o Zidane, visti i risultati sportivi dei Red Devils finora deludenti sotto il profilo della statistica offensiva.
Se dalle parti della nube di fumo, Manchester, scriveva Dickens, c’è chi esige il rispetto da parte della stampa, in Italia, l’emittente Rai con Thomas Villa non è da meno. Durante infatti la conferenza post match di Inter-Torino, il giornalista era rimasto l’ultimo della lista per rivolgere un quesito a Luciano Spalletti e per tale motivo ha preferito rifiutare dopo 30 anni di onorata carriera da primo della classe. Ogni tanto accettare qualcosa in meno, rispetto al tutto che si è avuto per tanto tempo, non è sintomatico di una caduta bensì di un mestiere che si arricchisce di nuove sfide e non si appiatisce. Chi di certo segue l’ultimo precetto è “El gran seductor del Calcio” – così scrive il noto quotidiano spagnolo Marca – Marco Borriello. L’ex attaccante della Spal pare infatti vicino all’UD Ibiza che milita nella terza divisione iberica, società della ridente località in cui il campano è solito trascorrere le vacanze con “pane, amore e fantasia” esattamente come il maresciallo Carotenuto, anche se l’esempio che va oltre la maschera e che prende in considerazione lo stesso Vittorio De Sica renderebbe meglio.
Rimanendo nella terra delle furie rosse e spostandoci in “centro” nei pressi di sua maestà Real Madrid pare che, nonostante la vittoria ottenuta, la seconda, dai blanchos ai danni del Girona, non sia bastato almeno a Marcelo, a far dimenticare Cristiano Ronaldo. Il terzino brasiliano infatti dopo il match ha espresso una evidente nostalgia per il campione portoghese e allo stesso tempo ha fatto intendere una contrarietà al momento della sua sostituzione a dieci minuti dall’inizio del secondo tempo. Lopetegui storce la bocca e chissà se le notizie di mercato riguardo proprio Marcelo, pare che il prossimo anno potrebbe accasarsi alla Juventus, non siano poi fattori determinanti per un’ipotetica rottura. Chi fa già delle smorfie invece è Paulo Dybala rimasto in panchina per il match dei bianconeri contro la Lazio. L’ex Palermo, che aveva smarrito sé stesso nella prima gara di campionato al Bentegodi, non è al momento l’uomo giusto per far coppia d’attacco con CR7 e la prova che devia la possibile confutazione sarebbe proprio la prestazione del trio “provato” allo Stadium in cui l’ex Real è stato accompagnato, in maniera egregia, da Costa e Mandzukic. A proposito del serbo ex Atletico Madrid, nel match tra Fiorentina e Chievo era presente tra gli spalti “El Cholo” Simeone”. L’ex biancoceleste non ha esitato ad esultare dalla distanza insieme al figlio Giovanni autore della rete del definitivo 6 a 1 della Viola.
Fra gli episodi che scaldano il cuore infine pone il sigillo “El Flaco” Javier Pastore, che nella gara che ha chiuso la seconda giornata del massimo campionato ha insaccato in rete un tiro di tacco, che probabilmente non si vedeva dai tempi di Palermo, almeno in Italia. E se qualcuno polemizza nei confronti della Lega in merito alla castità delle fasce da capitano, qualcun altro invece cerca il modo per riportare tutti alla percettibilità dell’essenza di uno degli sport più popolari d’Europa.
Elisa Lo Piccolo - Agenzia Stampa Italia