(ASI) Questa 26° giornata ha visto la Juventus imporsi 2-0 sul campo di un buon Milan e la Roma non andare oltre allo 0-0 interno contro l'Inter di Mazzarri, stupisce anche il pareggio colto dal Napoli (privo di Higuain) sul campo del Livorno. Fondamentali in chiave salvezza le vittorie di Atalanta e Genoa contro Chievo e Catania.
Questi i Top&Flop di giornata:TOP
Carlitos Tevez (Juventus): Dopo 2 stagioni trascorsi a rincorrere il tanto agognato “top player” che gli permettesse di compiere un ulteriore salto di qualità, in casa Juventus è arrivato lui: l'Apache. Il suo avvento in bianconero divise l'opinione pubblica, c'era chi lo considerava (a ragion veduta) un campione vero e c'era chi storceva il naso, perplesso a causa delle sue vicissitudini comportamentali. Ebbene, azzittendo i critici, l'attaccante argentino ha avuto un impatto devastante in un campionato difficile e tattico come il nostro, palesando peraltro una professionalità esemplare. Mezzi tecnici sopraffini, personalità da leader e colpi da campione, questo il campionario esposto da Tevez in questa sua prima stagione italiana.
La prestazione di ieri altro non è stata che la “summa” delle sue qualità, “l'Apache” ha svariato su tutto il fronte offensivo, facendo letteralmente impazzire la retroguardia rossonera a suon di dribbling, giocate d'alta classe e fraseggi coi compagni. Oltre a produrre cotanta mole di giuoco, Carlitos ha coronato la sua splendida prestazione con una rete da cineteca, dando ulteriore sfoggio delle sue enormi doti balistiche. Se non è un top player lui.
I progressi del Milan: E' vero il Milan ha perso, ed è innegabile che i rossoneri occupano una posizione di classifiche inversamente proporzionale al blasone del club, ma è altrettanto vero, che nelle ultime prestazioni il “diavolo” ha mostrato un costante miglioramento sotto vari aspetti. La prestazione di ieri, nonostante lo 0-2 finale, ha ottenuto consensi nell'ambiente, perchè?
Perchè questo Milan pare aver finalmente trovato un'identità di gioco, la manovra risulta molto più fluida e concreta rispetto a qualche settimana fa e l'organizzazione difensiva (al di là degli interpreti) è decisamente migliorata.
Perchè Seedorf dopo un preventivabile “spaesamento” iniziale, sta cominciando a dare il suo imprinting alla squadra, rendendosi protagonista di mosse tattiche interessanti. Il tecnico olandese ha privilegiato la qualità fin dalle sue prime apparizioni, ha optato per un modulo volto ad esaltare le caratteristiche dei vari Taarabt e Kakà, ha ridato vita alle fasce laterali. Il Milan di ieri ha sviluppato trame interessanti sulle corsie, Abate ed Emanuelsson hanno spinto con regolarità e prodotto offensive ficcanti, inoltre i rossoneri hanno mostrato un'aggressività ed una fame da tempo sconosciuta a San Siro. Poi per carità, è il risultato che conta, ma se si legge tra le righe le prospettive non sono poi così nere..
Parma: E sono 14 i risultati consecutivi di questo Parma dei record. E pensare che questa rosa non è di certo più forte del Parma dei primi anni '90 allenato da Scala (Brolin, Asprilla, Dino Baggio, Benarrivo, Mussi) o di quello che vinse la coppa Uefa nel 1998, che annoverava Buffon in porta, Cannavaro e Thuram in difesa, Veron e Fuser a centrocampo ed il tandem Chiesa-Crespo davanti.
Con rispetto per Cassano, per i vari Paletta, Gobbi e Parolo, l'attuale organico rispetto ai sopracitati è ben inferiore qualitativamente. Questo Parma però, sta palesando un'unità d'intenti e una voglia di sorprendere eccezionali, grazie anche alla grande identità tattica ed alla solidità difensiva raggiunta sotto la sapiente guida di Roberto Donadoni. In casa del Sassuolo si è visto il solito Parma, coriaceo, ben disposto tatticamente ed estremamente cinico, che grazie ad un perfetto inserimento di Parolo (canovaccio ormai noto in questa stagione) ha messo altri 3 punti in cascina e coltiva, adesso più che mai, sogni europei..
FLOP
Domenico Berardi (Sassuolo): Indipendentemente dagli attriti con Malesani, o dall'opinabile scelta dell'ormai ex tecnico del Sassuolo di lasciarlo inizialmente in panchina, il gesto di Domenico Berardi nel derby contro il Parma è stato deprecabile.
Un gesto di tale stupidità (gomitata ad un avversario), talmente evidente che non poteva non essere sanzionato col rosso e oltretutto ad un minuto dall'ingresso in campo, ti viene il dubbio sia stato fatto apposta.. Non sta a noi giudicare la preintenzionalità del gesto, ma con la propria squadra sotto di un gol, ultima in classifica, perlopiù in un derby, l'atteggiamento di Berardi è stato francamente irrispettoso nei confronti del club e della propria tifoseria..
Alessandro Antoniacci-Agenzia Stampa Italia