(ASI) ROMA – Niente piano A (Mazzarri finito alla corte di Moratti), niente piano B (Allegri confermato sulla panchina del Milan), alla Roma si cerca di metter su in quattro e quattr’otto, un piano C, alla faccia di chi, dall’arrivo di questi americani, parlava di progetti e pianificazione.
La Roma di Baldini e Sabatini, sta diventando la regina dell’improvvisato che in questi primi due anni, non ha di certo portato a qualcosa di buono. Adesso le piste che rimangono aperte sono quelle che portano ad un allenatore che proviene dall’estero, visto che anche Donadoni e Pioli (e ripeto Donadoni e Pioli che, con tutto il rispetto per due giovani di belle speranze, non sono né Mourinho, né Lippi) hanno ringraziato caldamente per l’interesse, rispedendo l’offerta al mittente. Perché nessuno vuole avvicinarsi alla Roma? Perché nessuno riesce a capire come funzionano le cose… Non si sa chi comanda, chi decide, chi si arrabbia in caso di fallimento, chi tutela il mister in caso di insurrezione popolare, cosa che a Roma, dentro lo spogliatoio giallorosso succede praticamente settimanalmente. Facciamo però dei nomi visto che comunque qualcuno su quella panchina dovrà per forza di cose, sedersi: Rijkaard viene considerato una sorta di novel Luis Enrique, con dalla sua un pizzico di esperienza in più che gli ha portato gloria (leggi Barcellona e Olanda) e flop (non ultimo quello sulla panchina dell’Arabia Saudita), poi c’è Laurent Blanc che voglioso di tornare in panchina, si era offerto alla causa giallorossa, prima di scoprire che il PSG gli offrirebbe il posto di Carletto Ancelotti, destinato al Real Madrid; terzo in ordine di apparizione non certo come importanza, c’è Marcelo Bielsa, El Loco, che sembrava destinato al Santos, ma dopo aver sparato la richiesta di 4 milioni di dollari all’anno è stato rispedito a casa col primo aereo diretto in Argentina. Si suppone che questa sua sparata, sia stato un modo gentile di rifiutare la corte dei brasiliani. L’idea che affascina Sabatini (c’è quindi di che preoccuparsi, visti i risultati delle altre genialate del Fumante), è Rudi Garcia che ha appena ricevuto il ben servito dal presidente del Lille, dopo averlo portato sul tetto di Francia due anni orsono. La voce più suggestiva parla di Roberto Mancini un altro che ha uno stipendio da top manager e soprattutto chiederebbe un mercato fatto di stelle e giocatori fatti, non accontentandosi di futuri e possibili fenomeni ancora col latte alla bocca, calcisticamente parlando. L’illusione era la conferma di Aurelio Andreazzoli, ma solo nel caso in cui l’assistente di Spalletti, fosse riuscito a centrare almeno uno dei due obiettivi (coppa Italia o qualificazione in Europa League attraverso il campionato) che erano rimasti nel finale di stagione. Qualcuno sussurra che Zdenek Zeman è ancora sotto contratto tanto per suggerire il modo per spendere meno possibile… Come dire tanta carne al fuoco, ma niente da mangiare. Se questo è il nuovo corso c’è di che preoccuparsi, in attesa che tra le tante soluzioni improvvisate ne esca una fortunosamente vincente, che possa far gridare a chi l’ha fatta (la scelta…), “Ve lo avevo detto”.
Fabio Marracci - Agenzia Stampa Italia
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