Giaccherini si fa pericoloso subito. Raimondi al 7’ si fa male ed esce al posto di Giorgi. Al 16’ lancio magistrale di Andrea Pirlo per Alessandro Matri, lasciato solo dalla difesa bergamasca, il quale addomestica bene e batte Andrea Consigli con una conclusione di potenza. L’Atalanta reagisce subito e Denis manda la palla fuori di pochissimi, ma la Juve non sta a guardare e da un bel cross di Isla poteva nascere il raddoppio, ma De Ceglie non ci arriva mai. Ma al 28’ la situazione degenera volano oggetti dagli spalti ed entrambe le tifoserie si macchiano di atti di antisportività inqualificabili lanci di sassi e cemento: una cosa inaccettabile con una squadra che ha già vinto lo scudetto e una ormai salva vedere queste scene. Per sette minuti tutto fermo, poi riprende la calma grazie ai giocatori mediatori di pace. Atalanta viva che si rende pericolosa in un paio di occasioni: con un tiro di poco a lato di Carlos e un palo a 7 metri di Denis. Ammonito al 42’ Pirlo per un fallo a centrocampo. Partita non bella, ma di tensione agonistica e non solo. Juve buon avvio, finale però per i padroni di casa che si rendono pericolosi.
Ammonito Giorgi per un fallo al limite dell’area su Giaccherini. Atalanta arrembante e si fa pericolosa con Bonaventura e Denis. Al 58’ conclusione in velocità Matri, Quagliarella con Giaccherini chs sbaglia tutto. Ammonito l’ex Stendardo per fallo su De Ceglie. Atalanta buona, ma non riesce a pungere negli ultimi metri. Al 68’ esce Quagliarella e si rivede l’acquisto ai fini del cammino inutile Anelka alla seconda presenza (dopo quella nel finale contro la Roma) e nel boato l’idolo Vidal per l’ex Padoin, ultimo cambio altro ex Peluso al posto di De Ceglie. Per l’Atalanta Maxi Moralez rileva Carmona e Parra per Del Grosso. Bel finale: Mano galeotta di Marrone, i neroazzurri protestano e invocano il rigore; nel cambio fronte re Arturo Vidal sbaglia incredibilmente servito da Giaccherini butta addosso un pallone addosso a Consiglio: era l’occasione per chiudere i giochi. Anelka serve Giaccherini ma colpisce l’esterno della rete.
Passerella della Juve B, con un’Atalanta che ci ha provato, ha lottato, ma è stata imprecisa. Juve cinica e ora insegue la corazzata bianconera di don Fabio Capello del 2006. Si sa a Conte vuol sempre far saltare i conti della storia.
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