(ASI) Al Perugia non piace vincere facile. Viene a capo di un primo tempo complicato grazie ad un autogol; inizia la ripresa in bambola come se avesse già chiuso la pratica e becca il pari che fa preoccupare non poco i tifosi.
Ma, subito dopo, con Anania si riappropria del bastone del comando e poi sembra dare il colpo del ko con Clemente su rigore. Sembra, perché a una decina di minuti dalla fine i ragazzi di Battistini decidono di regalare un finale con qualche batticuore e servono la frittata difensiva del 3-2.
Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene, e possiamo raccontare di una vittoria senza dubbio meritata (checché ne dica l’allenatore calabrese Costantino, per il quale il primo gol del Perugia era da annullare).
Una vittoria contro un Lamezia quadrato e a tratti pungente ma che, a parte i due bei gol episodici, non ha mai creato pericoli alla retroguardia perugina. Una vittoria legittimata solo a sprazzi dal gioco, perché il gioco del Perugia per tutto il primo tempo si infrange contro la muraglia intelligente e mobile dei calabresi. Mancano i cambi di ritmo e le giocate veloci e si sente la mancanza di Benedetti, centrocampista in grado di giocare come nessun altro con continuità con e per le punte. Gli esterni avanzati Moscati e Margarita, poi, come sempre, tendono (per caratteristiche tecniche o per scelta tattica?) ad accentrare il gioco e dalle fasce non arrivano i cross dal fondo che servirebbero per esaltare Tozzi Borsoi.
Ciononostante, l’occasione buona il Grifo la crea con Carloto che al 19’ pesca Clemente solo in mezzo all’area: la conclusione di testa del bomber biancorosso non è degna del suo pedigree e, per sbloccare il risultato, bisogna aspettare l’autorete di Cerchi nel recupero.
Lo scoppiettante avvio di ripresa ed il 3-1 già dopo tredici minuti, sono frutto di un gran gol di Mancosu, della perfetta esecuzione da parte di Anania di uno schema su corner studiato in settimana, e di un rigore trasformato da Clemente e procurato da un cross di Moscati diretto a Tozzi Borsoi, intercettato di mano da Marchetti. Il Perugia può adesso giocare sul morbido ma la bella si addormenta e si regala un finale con qualche emozione evitabilissima.
La quarta vittoria consecutiva, comunque, arriva e significa che il Perugia è campione d’inverno, aspetta l’Isola Liri per completare un anno di successi e guarda avanti senza troppo curarsi delle inseguitrici.
L’umiltà deve sempre rimanere d’obbligo, come anche la partita di oggi ha insegnato. Però, francamente, se il Grifo ci sta con la testa, per le altre restano solo gli avanzi.