(ASI) Lega pro, Prima Divisione, Perugia-Frosinone 2-2 Una vittoria buttata alle ortiche per non averla saputa gestire in due minuti, dopo averla giocata bene per ottantotto. Sui titoli di coda è andata in onda la paura di vincere che in settimana il neo allenatore Andrea Camplone aveva inquadrato come uno dei problemi del Perugia.
Non follia, ma panico da insicurezza. Sotto questo aspetto, Camplone a fine partita ha detto che al Perugia manca un leader, uno che nei momenti topici sappia prendere per mano i compagni e dettare lo spartito da seguire. Uno che sappia dare la carica quando occorre, guidare l’arrembaggio nei momenti favorevoli e far stare tutti con la testa a posto nelle pause di difficoltà. Sembra già un consiglio per gli acquisti che la società dovrà fare se, alla pausa di dicembre, il Perugia non sarà del tutto fuori dalla possibilità di reinserirsi nella lotta per i primi posti. Analisi giusta, quella del mister, di una carenza peraltro palesata dal Perugia in tutto questo inizio di stagione. Oggi, la squadra ha avuto in campo una reazione nervosa giusta alla scossa del cambio tecnico. E, sul piano tattico, ha funzionato la ricerca degli uno due sulle fasce, l’intensità con cui il Frosinone è stato aggredito all’inizio dell’azione, la ricerca degli spazi liberi da parte dei giocatori non in possesso di palla. Bene la mediana con Cenciarelli, anche se alla distanza il ragazzo è calato per limiti fisici strutturali. Ottimo davanti Tozzi Borsoi, che ha tenuto su il reparto affrontando la lotta dura coi centrali ciociari. E, fino al patatrac finale, bene anche la retroguardia, con Russo su tutti per tempismo. E tutto sembrava andare per il verso giusto perché anche gli episodi, una volta tanto, erano stati tutti pro-Grifo.
Il Perugia ha fatto vedere uno spirito e un pensiero “positivo”, una voglia di fare supportata da una rinata fiducia nei propri mezzi. Nel finale, tutto si è poi ribaltato, ma sarebbe un errore sottovalutare quanto di buono avevano fin lì prodotto i biancorossi. Su questo lavorerà adesso Camplone durante la sosta (Coppa Italia a parte) oltreché sull’aspetto psicologico. Avesse potuto farlo con una vittoria alle spalle, sarebbe stato un impegno pur sempre notevole, ma almeno sorretto da un clima favorevole. Invece, toccherà lavorare su teste probabilmente non sgombre dagli incubi ricorrenti generati dalla paura di vincere. Ma la strada ci pare, oltreché obbligata, anche quella giusta.
Ci vorrà pazienza, le scorie della delusione per la mancata vittoria contro la capolista ancora intaseranno inevitabilmente i pensieri dei grifoni. Eppure, se è vero che questa squadra ha indubbiamente dei limiti di assortimento tattico e di personalità, è anche vero che non si vedono in giro ammazza-campionato. Basterebbe riavvicinarsi ai primi vagoni del convoglio e poi azzeccare qualche mossa di mercato per tornare a coltivare sogni di gloria. Mister Camplone sembra aver ben inquadrato i punti di forza e le fragilità della sua truppa. La società, dopo la svolta tecnica della settimana trascorsa, pare intenzionata a non lasciare nulla di intentato. Se l’ambiente assorbe senza danni e frenesie le ultime amarezze, il Grifo non è detto che debba rivedere i programmi iniziali.
Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia