(ASI) Qualcuno, dopo la vittoria col Benevento, l’aveva già classificata come una prova di maturità per il Perugia, e la squadra di Battistini l’ha superata. Altri, avevano presentato la partita come un test probante per la difesa biancorossa, contro una squadra votata alla manovra e che aveva rifilato tre gol al Catanzaro sette giorni prima. Anche sotto questo profilo, ostacolo superato senza subire gol. Insomma, esame andato bene e iniezione di fiducia per tutto l’ambiente, visto che il Grifo è primo da solo a punteggio pieno.
Però, sarà bene ricordare che è stata una partita difficile, che in vari frangenti il Barletta ha comandato facendo leva sui suoi punti di forza: il giovane Dezi ad ispirare il gioco in profondità di Barbuti; manovre ficcanti in velocità; un ardore agonistico e ritmi alti per gran parte della partita, nonostante il caldo estivo.
Il Perugia ha risposto sufficientemente sul piano del ritmo, intelligentemente in fase di contenimento, e con cinismo quando si è trattato di colpire i padroni di casa in una fase, tra il quarto d’ora ed il 35’ del primo tempo, in cui i barlettani si erano fatti pericolosi ripetutamente (14’ Barbuti lanciato a rete da Dezi fermato da Koprivec alla disperata; 19’ Ferreira conclude male da dentro l’area; 25’ Simoncelli per Ferreira che conclude impegnando severamente in angolo Koprivec, tra i migliori in campo). Al 35’, però, il Perugia, nel bel mezzo di questo piccolo black-out, fa partire un razzo che suqarcia il buio: apertura di Clemente (per il resto dell’incontro un po’ in ombra, perché molto impegnato anche a rientrare per collaborare alla fase difensiva) per Rantier, cross lungo che scavalca Ciofani, irrompe sul secondo palo Politano e insacca di precisione. Il tempo si chiude con il Barletta che, sorpreso dallo svantaggio, non produce altro.
Nella ripresa, c’era da aspettarsi che il Perugia avrebbe approfittato della situazione psicologica e tattica ottimale. Ma il Barletta non ha finito la benzina e riprende a giocare con foga e temperamento, anche se non con la precisione del primo tempo. Al Perugia non riesce di tenere palla bassa e a lungo. Il centrocampo, causa inferiorità numerica, filtra poco e non riesce a impostare le ripartenze che potrebbero infilare i pugliesi e chiudere la partita. Battistini non ci dorme su e mette dentro al 14’ Fabinho per Rantier (stanco per il gran lavoro svolto anche in ripiego) per dare maggiore brio in avanti. Tre minuti dopo è la volta di Cenciarelli per Clemente, ad infoltire la zona centrale del campo. Adesso, i moduli delle due squadre sono uguali (4-3-3) e speculari, per cui il Barletta trova maggiori ostacoli ad impostare la manovra. Infine, al 31’, Battistini fa entrare Moscati per Di Tacchio e ridisegna la linea mediana con Esposito, Cenciarelli e Moscati, mentre davanti Politano e Fabinho sulle fasce hanno il compito di creare situazioni favorevoli per Ciofani, oggi poco in evidenza, ma comunque capace da solo di tenere il allerta i centrali difensivi barlettani.
Le mosse sono azzeccate e, nell’ultimo quarto d’ora, il Perugia riprende il controllo della partita e. tra il 37’ ed il 42’, va alla conclusione con Fabinho, Ciofani e Politano. Ma i Grifo manca il colpo del ko e così, nonostante in superiorità numerica per l’espulsione di De Leidi (doppio giallo) si consegna a qualche brivido finale, perché il Barletta non si arrende mai e cerca i lanci lunghi e le mischie in area per raddrizzare il risultato. I biancorossi però resistono, dando prova di saper usare anche le maniere spicce per difendere la prima vittoria esterna della stagione.
Battistini nel dopo-gara ammette che il Perugia per certi tratti ha sofferto, ma sottolinea che aver portato a casa i tre punti in un incontro così spigoloso, è un ottimo presupposto per continuare a lavorare alla ricerca dei margini importanti di miglioramento che la squadra ancora ha. A partire già dal “derby” di domenica prossima col Gubbio, per il Mister squadra difficile anche se, alla fine, sarà una partita come tutte le altre.
Gli fa eco il patron Santopadre secondo cui e partite si vincono anche così, con la sciabola sguainata; e per il quale, la partita col Gubbio non si può catalogare come un derby. Il dt Arcipreti sottolinea che la vittoria è d’oro perché trovata su un campo ostico dove poche squadre faranno punti. Unico rammarico, per lui, il mancato colpo del ko negli ultimi 15-20 minuti, che avrebbe evitato qualche sofferenza di troppo nel finale.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia