(ASI) Perugia. Certamente nel chiudere il ciclo dei nostri appuntamenti dedicati alla musica di Umbria Jazz 2022 non possiamo che parafrasare con il titolo di quel film che molto citava di sensazioni, odori, gastronomia, valorizzazione del territorio, musica e internazionalità. Ma cominciamo dalla fine … .
Sensazioni e non solo di una Umbria Jazz dalle grandi edizioni, con nomi di altissimo profilo sia commerciale che jazzistico. Tra i migliori artisti del mondo del genere, internazionali ed italiani.
Uno splendido arredo “musicale” urbano, che abbiamo attentamente descritto e che sabato ha visto un Jazz dal sapore napoletano a piazza IV novembre, con una cantante promettente della Tribunal Jazz Band e una giovane pianista che deve ancora studiare, oltre a qualche ottone che deve entrare in tempo. Con artisti di strada, border line rispetto al complesso pachidermico della manifestazione, ma a cui si deve una chance, Nicole Bulgarini – che presenta un repertorio melodico molto piacevole, trattato con umiltà, voce potente, ma da raffinare - . Con una RMC che segue e manda quanto accade ad UJ, con grande gusto grazie anche al noto esperto Nick The Nightfly, col quale scambiamo, in reverenza, due parole all’Arena.
I nostri migliori complimenti e ringraziamenti poi a tutte le Forze dell’Ordine di pubblica Sicurezza e della Sanità che hanno saputo presidiare Città, spazi e territorio con discrezione e professionalità, contribuendo ad ordine, flussi ben gestiti e monitorati, quindi ad una generalizzata tranquillità e sicurezza.
E’ nei grandi schermi dell’Arena che abbiamo potuto apprezzare il buon e intelligente legame che questa manifestazione ha instaurato con il territorio umbro, promuovendolo, presentandolo e interpretandolo attraverso la miglior musica Jazz italiana emergente e le sue più sincere espressioni architettoniche e origini storiche.
Non senza sorpresa, mi si consenta orgoglio e mi si perdoni campanilismo, sui grandi schermi dell’Arena nell’intermezzo del concerto di Herbie Hancock, osserviamo la Gubbio arcaica delle tavole eugubine, quella antica del Teatro romano e sorprendentemente contemporanea di un Campanone e “suoi tetti” che sembrano uscire direttamente dalle straordinariamente novecentesche incisioni di Benvenuto Maria Disertori, raccontata con spontaneità e genuinità dal più grande patron della ristorazione eugubina.
Raccontiamo allora la ottima proposta gastronomica del corner Restaurant dell’Arena che, selettivo, ci permette di ascoltare sebbene in lontananza i brani di Pasquale Grasso, Samara Joy e Tom Jones poi.
E’ il concerto di sabato sera che apre con il Pasquale Grasso Trio & Samara Joy. Sono le grandi promesse, gli astri ormai nati del nuovo panorama Jazz. Si ricordino i timbri della chitarra di Pasquale Grasso e la voce matura e bella della giovanissima Samara Joy che benissimo potrebbe rinunciare al ricorrere di gorgheggi lirici, data la sua naturale appropriatezza vocale tecnico-timbrica per questo genere.
Conclude il concerto di sabato Tom Jones. Temi molto noti e canzoni conosciute, grandi classici, che hanno accompagnato generazioni, trattati con arrangiamenti estremamente intelligenti; Sex Bomb, vissuto sui toni lenti di uno sfumato ricordo, più che di una riproposizione. La citata e condivisa, compresa, sciatica, fa da sfondo a video in stile anni Ottanta, atmosfere da Las Vegas; ma anche da Crociera kitsch. Ci restano suoni pop, country, romantici, nostalgici. Un concerto senza pretese ma piacevole, gradito dal pubblico, di sintesi per una grande carriera; impostato con consapevolezza e intelligenza espressiva.
Arrivederci allora ad UJ 2023 ed un grazie all'organizzazione che ci ha permesso di raccontarVi alcuni aspetti della più grande manifestazione Jazz italiana.
Giuseppe Nardelli - Agenzia Stampa Italia.