L’intelligenza, l’acume e la cultura di un critico d’arte che ha lasciato un vuoto nel dibattito pubblico.
Da qualche tempo, la scena culturale italiana sembra più silenziosa. Manca una voce, un pensiero tagliente, una personalità capace di illuminare e scuotere allo stesso tempo: quella di Sgarbi. Critico d’arte, saggista, politico e instancabile divulgatore, egli ha sempre incarnato una figura rara nel panorama contemporaneo: un intellettuale capace di unire una cultura enciclopedica a un carisma che travalica lo schermo televisivo e le pagine dei giornali.
Le sue conferenze, le sue apparizioni e soprattutto i suoi articoli non lasciavano mai indifferenti: provocatori, acuti, colti, ricchi di riferimenti storici e artistici che pochi possono vantare.
Oggi, in un’epoca dominata dalla comunicazione rapida e spesso superficiale, la sua assenza si sente ancora di più. Manca quella capacità di andare oltre il banale, di porre domande scomode, di difendere l’arte e la bellezza con passione e senza compromessi.
Il dibattito culturale, privato di figure come la sua, rischia di impoverirsi. Perché la cultura non è fatta solo di dati e nozioni, ma anche di spirito critico, di coraggio e di visione. E lui, nel bene e nel male, ha sempre saputo incarnare tutto questo.
Salvo Nugnes per Agenzia Stampa Italia



