(ASI) Pescara - "Raccontare la Povertà" é il convegno che si é svolto la mattina di sabato 18 novembre 2023 presso la Sala Tosti dell'Ex Aurum di Pescara. In effetti, pressoché nessuno parla dei 14 milioni di poveri in Italia, circa il 10% della popolazione se si considerano anche gli extracomunitari e i comunitari non cittadini italiani che vivono nel Belpaese.
Questa pecca della informazione italiana avviene prevalentemente per motivi meramente politici:
1) Fa comodo ai governanti far credere che l'Italiano stia bene economicamente ancora come negli anni Ottanta e che ci siano le stesse possibilità dell'epoca;
2) Attraverso la pubblicità consumistica che viene proposta, come se il prototipo della famiglia italiana del XXI secolo sia quella del "Mulino Bianco", al fine di incrementare il consumo degli Italiani;
3) Gli spettacoli in televisione che vengono mandati in onda come le fiction e i telefilm che danno una immagine di un ceto medio italiano benestante che è in realtà sempre più raro; 4) Le dichiarazioni positive di facciata dei politici per fare credere che la situazione sia migliorata, diffuse attraverso gli organi d'informazione istituzionali, sia per fomentare una odiosa guerra raziale e di genere in seno all'opinione pubblica italiana, sia per dividerla e così controllarla meglio, sia per fare accettare la pesante ed iniqua esazione fiscale nel nostro Paese che grava su famiglie e imprese, in quanto fondata su parametri formali non coincidenti con la reale situazione del sistema socio - economico italiano.
Come ha detto anche il giornalista Paolo Lambruschi di Avvenire che era ospite del suddetto convegno all'ex Aurum di Pescara, ci sono in Italia 14 milioni di poveri che non sanno come arrivare a fine mese, e solo la metà ha ereditato la povertà della propria famiglia, mentre l'altra metà rappresenta i nuovi poveri che non sanno come arrivare a fine mese per mangiare che, non sanno come curarsi adeguatamente che, non hanno possibilità di pagare le bollette, né di acquistare una automobile, oppure una casa, diventati ormai beni di lusso.
Sono persone anche laureate uscite fuori dal mercato del lavoro, non più controllato dallo Stato, ma sottoposto alle fluttuazioni dell'economia globale, sono padri e madri che vivono di espedienti perché hanno sempre vissuto ai margini delle istituzioni e della società civile (e solo circa un 20% di essi e di origine extracomunitaria), come dimostrano i dati delle Caritas diocesane italiane in cui l'età media dei poveri assistiti è di 40 anni fra i cittadini extracomunitari e di 53 anni fra gli Italiani.
Di questi 14 milioni di poveri in Italia che non riescono ad arrivare a fine mese che, vivono di lavoro in nero che, infoltiscono i ranghi della malavita e dell'economia sommersa che, lo Stato tollera per il mantenimento della pace sociale, nessuno parla, perché non fa comodo alla politica, mera esecutrice degli interessi della finanza internazionale che vuole la guerra sociale fra italiani ed extracomunitari, tra uomini e donne in una inutile lotta di genere che, si scaglia contro il povero che non riesce a pagare le tasse che lavora in nero e viene pagato ovviamente in contanti, mentre chiude gli occhi davanti le gravi evasioni fiscali delle multinazionali che avvengono con la moneta digitale.
L'emigrazione in Italia é un problema relativo, in quanto la gran parte degli uomini e delle donne sbarcate clandestinamente vorrebbero andare tutti verso il nord Europa, invece una certa manodopera servirebbe anche all'Italia sia per l'agricoltura, sia per l'edilizia, sia per il settore turistico - ristorativo, sia nelle aziende manifatturiere ed artigiane, soprattutto in ambiti dove molti giovani italiani non vogliono più impiegarsi.
Nel contempo lo Stato Italiano dovrebbe porre rimedio alla fuga dei cervelli e della manodopera specializzata italiana all'estero e permettere alle migliori risorse fra gli extracomunitari di restare in Italia con piacere. Il primo passo per fare ciò, oltre che diminuire l'esazione fiscale delle aziende, migliorando nel contempo le condizioni economiche e di lavoro nello Stivale, é quello di promuovere l'amore per la storia, la cultura, l'arte, i luoghi e i paesaggi d'Italia, a partire dall'istruzione nelle scuole, fino ad arrivare alla informazione. Siamo il Paese con le più grandi bellezze storiche e paesaggistiche del mondo e di questo sono consapevoli gli altri, ma sono altresì contenti della nostra incapacità di conoscere e sfruttare al meglio i nostri punti di forza.
Se gli organi d'informazione ritornerebbero a parlare dei problemi concreti quotidiani dei cittadini, senza essere un bollettino degli arresti della questura o delle cause discusse in tribunale, o un mero specchio della propaganda dei politici e dei grandi gruppi di interesse economico, sarebbe un grande passo in avanti per risolvere i problemi che affliggono la Nazione e sicuramente anche la crisi della stampa in Italia si attenuerebbe a e i cittadini tornerebbero a leggere maggiormente i giornali.
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.Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia