(ASI) Roma - Il controllo materiale delle risorse energetiche, necessarie per il funzionamento degli apparati produttivi dei sistemi economici industriali e post industriali, anche nella società digitale, rivestono un ruolo fondamentale per la politica di potenza degli Stati e delle Multinazionali più importanti del mondo.
Con lo scoppio della crisi Ucraina e con i venti bellici che hanno ripreso a spirare in Europa orientale, nel Vecchio Continente la questione dell'approvvigionamento di gas è diventata ancora più importantissima.
Al di là dello sviluppo di fonti energetiche alternative per una transizione ecologica delle economie, settore in cui bisogna dire l'Italia è piuttosto all'avanguardia, e dell'energia ad idrogeno ambito in cui i cugini francesi attuali nostri alleati sono primi nell'Unione Europea, sicuramente ruolo fondamentale per i nuovi assetti geopolitici e geoeconomici euro - mediterranei, ricoprirà la fonte di approvvigionamento del gas in Europa.
A tal fine, bisogna dire che, se fino ad oggi è stato fondamentale l'apporto della Russia nella fornitura del gas, soprattutto per i paesi del centro - est Europa e per l'Italia che non avendo né centrali nucleari sul suo territorio né notevoli materie prime risente maggiormente di una crisi energetica mondiale, nelle ultime settimane oltre alla rivoluzione ecologica che si vuole portarena termine entro un decennio, di cui non si sanno ancora le conseguenze, si è parlato di un intervento statunitense nella fornitura del gas in Europa che strapperebbero la leadership alla Russia.
Infatti, gli Usa divenuti la prima produttrice di gas nel mondo dalla presidenza Obama, hanno bisogno del mercato europeo per vendere il prodotto e tentare di tornare ai vertici della economia mondiale, sorpassati negli ultimi anni dalla Cina.
Ovviamente, i dubbi e le incertezze sono ancora tante, in una situazione che sarà a tinte fosche finché non sarà fatta chiarezza sugli ultimi eventi bellici e sulle loro conseguenze politiche ed economiche.
Il taglio delle forniture russe penalizzerà inizialmente soprattutto i paesi dell' Est Europa, la Germania e l'Italia, ma soprattutto quest'ultima potrebbe avvantaggiarsene nel medio termine politicamente se giocherà bene le sue carte.
Infatti, se sono presenti perplessità per quanto riguarda soprattutto il costo del gas americano che dovrebbe arrivare soprattutto via nave dall'Oceano da Occidente, sicuramente l'Italia potrebbe avere notevoli vantaggi geopolitici e geoeconomici dallo spostamento dell'asse energetico dall'Eurasia all'Atlantico che saprà giocare le due carte per il meglio.
La geopolitica italiana è caratterizzata per una doppia area di influenza politica ed economica, quella mediterranea e quella continentale, in cui l'Italia, inserendosi in mezzo alle beghe delle grandi potenze, è riuscita dal 1860 ad oggi, ad esercitare, in certe situazioni, una sua politica di potenza, nonostante l'atavica e costante carenza di risorse energetiche.
A tal proposito, va detto che l'Italia col Trattato del Quirinale con la Francia ha rotto l'isolazionismo europeo che la caratterizzava nell'ultimo decennio. Infatti, l'accordo economico, energetico, politico, militare, fra le due sorelle latine, ha messo in crisi l'asse franco - tedesco e messo in discussione l'egemonia continentale tedesca che potrebbe definitivamente tramontare nel caso in cui scenda una nuova cortina di ferro in Europa Centrale.
Se il Trattato del Quirinale, infatti, voluto fortemente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, può permettere all'Italia di avere, con l'alleanza dei cugini transalpini, una nuova voce autorevole in Europa e una politica di potenza mediterranea, c'è da dire anche che Mario Draghi è un uomo dell'establishment europeo filo statunitense e i suoi proclami per le sanzioni alla Russia e per il finanziamento della resistenza ucraina anche con armi, sono tesi al marginalizzare geopoliticamente e geoeconomicamente la Germania che è stata fino ad ora il primo partner commerciale continentale della Russia e il grande paese attraverso il quale passa il gas russo.
L'apertura di una linea del gas atlantica che passerebbe per la Penisola Iberica, oltre alle conseguenze ancora da valutare per il costo della fornitura della materia prima, potrebbe stravolgere definitivamente gli equilibri UE, e il progetto egemonico franco - tedesco basato sull'Europa Carolingia di Aquisgrana, potrebbe essere sostituito da quello dell'Asse franco - italiano con il trionfo di un nuovo progetto di integrazione proteso al Mediterraneo sul modello dell'Impero Romano d'Occidente per intenderci.
In questo nuovo scenario, sarebbe ovviamente la Francia ad avere il ruolo principale in quanto potenza militare, nucleare e membra del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma al suo fianco ci sarebbe l'Italia che nonostante l'assenza di centrali nucleari sul suo territorio e le limitazioni militari imposte dalla sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, tornerebbe ad avere un ruolo internazionale rilevante. Chi vivrà vedrà che succederà.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
*Nella foto le attuali vie di fornitura di gas in Europa.