(ASI) Recupero fatale, recupero essenziale. Potremmo sintetizzare così il sabato della Glasgow sportiva. Estasi biancoverde, tormento blue. Mercoledì tutti in piedi: c’è l’Old Firm.
Qui Rangers. La capolista è stata fermata sul 3-3 dal modesto Ross County. Di Matthew Wright il gol che ha affossato l’umore degli uomini di Giovanni Van Bronckhorst. Eravamo al sesto minuto di recupero e nessuno, neanche il più ottimista dei tifosi del Ross County, ci credeva più. Un passo falso che non può lasciar dormire un sonno tranquillo al trainer olandese. Con la pressione sulle spalle - seppur larghe - da gestire, l’inizio settimana sarà complesso ed articolato.
Qui Celtic. I biancoverdi ne hanno approfittato alla grande. Nel giorno in cui il pubblico commemorava l’indimenticabile Wim Jansen, allenatore dei Celtic nella stagione 1997/98 - quella che interruppe il dominio dei Rangers dopo lunghi nove anni - i padroni di casa hanno avuto la meglio di un coriaceo Dundee Utd solo nei minuti di recupero, riducendo il distacco dai Rangers a sole due lunghezze. Ci ha pensato Adaba a sbrogliare una matassa resa ancor più complessa per l’undici di Ange Postecoglou dall’espulsione di capitan Bitton a dieci minuti dal termine. Un’assenza certamente pesante in vista della partita per eccellenza.
Andamento simile. I Rangers hanno vinto otto delle ultime dieci partite, mentre i Celtic ben nove. Il prossimo Old Firm risulterà determinante ai fini della classifica. I Celtic hanno la ghiotta occasione di portarsi in vetta alla classifica e di coronare una lunga rincorsa. Un successo tra le mura amiche darebbe vita ad un clamoroso sorpasso. Dal canto loro i Rangers, favoriti per il titolo nonostante il cambio in corsa di allenatore - Steven Gerrard si è accasato all’Aston Villa - avranno a disposizione due risultati su tre per mantenere il vantaggio sui cattolici.
La rivalità e l’Old Firm. Ha radici antiche, nello scisma di Enrico VIII con la chiesa romana. Il sovrano voleva separarsi da Caterina d’Aragona, la chiesa era contraria. Ma è anche l’opposizione tra protestanti - Rangers fondati nel 1872 - e cattolici - i Celtic, nati nel 1888 per volontà di un frate - borghesi e proletari. Un vecchio affare, sicuramente il più affascinante del mondo pallonaro.
Vecchie glorie. Tra le stagioni più sorprendenti, resta certamente indimenticabile quella 1997/98. I Rangers, alla ricerca del decimo titolo consecutivo, si rinforzarono con gli innesti degli italiani Lorenzo Amoruso, Sergio Porrini, Luigi Riccio e Marco Negri, bomber prelevato dal Perugia. In quella squadra, che vantava anche stelle del calibro di Paul Gazza Gascoigne - ceduto al Middlesbrough nel marzo 1998 - Brian Laudrup, Jorg Albertz, il martello, e Jonas Thern, si fece largo, a suon di prestazioni convincenti, un giovane Rino Gattuso, fuggito improvvisamente da Perugia durante la stagione precedente. I Celtic risposero con la conferma di Enrico Tarzan Annoni, e l’acquisto di Henrik Larsson, lo svedese dalla pettinatura rasta, acquistato per affiancare il norvegese Brattbakk e sostituire Pierre Van Hooijdonk, centravanti olandese finito al Nottingham Forest. Contro ogni pronostico vinsero i biancoverdi. Larsson, 16 gol in 35 partite, sarà protagonista della squadra che al campionato affiancherà anche la Coppa di Lega scozzese. I Rangers risentirono anche del pesante infortunio di Marco Negri nel gennaio 1998. Un colpo alla retina durante una partita di squash con Porrini e stop forzato per Moody Blue, fino a quel momento sontuoso con 32 gol in 29 partite.
Che cos’è l’Old Firm. Forse la rivalità più intensa, affascinante e spettacolare tra due squadre di calcio. Non solo limitata al rettangolo verde, ma in grado di intrecciarsi armonicamente con storia, cultura e tradizioni di un popolo di una bellissima Nazione.
Raffaele Garinella per Agenzia Stampa Italia
Fonte foto autore Excalibur1953, Public domain, via Wikimedia Commons