(ASI) Finalmente qualcosa si muove. L'odierna dichiarazione del segretario nazionale CGIL sembra mettere in crisi la 'stagione idilliaca' con i sindacati che Draghi, in sintonia con il pensiero-Merkel, si era illuso di poter gestire ad oltranza con successo, senza contestazioni.
Il messaggio del sindacato è chiaro: la riforma delle pensioni, così come è, è sbagliata e rischia di aumentare la povertà ed il disagio sociale.
Inoltre è inaccettabile che il governo Draghi sblocchi i licenziomenti a breve e che, da gennaio 2022, decine di migliaia di italiani si trovino senza lavoro, solo per seguire la politica di austerità dell'Europa voluta fortemente dalla Mekel. Riuscirà il sindacato a seguire coerentemente questa linea, che è di scontro frontale e a dare un colpo decisivo al governo Draghi?
Il motivo per cui Draghi prende tempo è tutto sommato comprensibile: il prossimo gennaio si aprirebbe un nuovo fronte di protesta, oltre alla patata bollente del Movimento No Green-Pass, più che mai determinato e combattivo. Come dimostrano anche le odierne, affollate mobilitazioni di piazza in numerose città italiane.