Afghanistan. Giuseppe Spadafora: "L’offensiva di agosto dei Talebani"

spadafora copy(ASI) "L’offensiva Talebana di Agosto 2021 è il risultato di tradimenti, opportunità e capovolgimenti di fronti diplomatici non previsti dagli USA e di questi errori ormai ne è piena la cronaca. Purtroppo per ogni errore di analisi di intelligence muoiono persone che nulla hanno a che fare con strategie politiche e giochi di potere.


L’escalation di terrore e gli attentati a Kabul sono figli dell’accordo di Doha firmato da Trump. Adesso, tutto o quasi è nelle mani del mullah Abdul Ghani Baradar, terrorista conclamato e fatto uscire di galera dopo 8 anni di detenzione pakistana su richiesta proprio di chi lo aveva arrestato ed a nulla serviranno le ferme parole di condanna del mondo occidentale, ivi comprese quelle di leader di partiti da sempre ordinariamente sottomessi al politicamente corretto di democristiana memoria che dava un colpo al cerchio ed uno alla botte. Cari politici occidentali, con i Taliban non si può discutere.
Purtroppo, da tempo l’America non ha più una visione di insieme sulle politiche internazionali e l’Afghanistan rappresenta la cartina di tornasole.
Secondo le motivazioni usate da Bush figlio per invadere la terra dell’oppio, la missione USA/NATO sarebbe dovuta finire ad Abbottabad in Pakistan alle 00.30 del 2 maggio 2011 durante l’operazione Lancia di Nettuno , con la cattura avvenuta grazie all’agente CIA Alfreda Frances Bikowsky ed alla successiva uccisione di Bin Laden ad opera del capo di 3^ classe dei Navy SEALs Robert O'Neill.
Non è andata così.
Le vicende Afghane partono ufficialmente l’11 settembre 2001 ma per comprenderle bisognerebbe studiare quelle risalenti agli anni 70 della guerra fredda.
L’Afghanistan rientra tra gli obbiettivi strategici degli USA sin dai tempi di Carter e della Thatcher, e all'indomani dell'intervento sovietico si sono ritrovati a dover intervenire uniti anche se molte volte in disaccordo sulle strategie militari da adottare e in materia di Afghanistan tra USA e Regno Unito chi ha sbagliato meno scagli la prima pietra.
Comunque sia, nell’anno 1979 un deputato del Congresso americano decise, unitamente ad un manipolo di valorosi colleghi, e di un solerte funzionario della CIA di origine greca, di armare come si deve i mujahiddin afghani contro l’esercito dell’URSS. A questo progetto si unirono nel tempo, gli inglesi e l’MI6, gli Israeliani con il Mossad, gli egiziani, i pachistani e gli immancabili servizi segreti di sua maestà Re Abdallah di Giordania, per inciso, senza dei quali non si sarebbe giunti nel 2011 alla cattura di Bin Laden, con buona pace dei milioni di dollari spesi dalla CIA per gli informatori. Si, la cattura di Bin Laden si deve ad un ordinarissimo servizio di osservazione controllo e pedinamento per le strade di Islamabad fatto con l’ausilio di una valigetta per le intercettazioni telefoniche.
Ebbene, con l’operazione Ciclone sono stati armati e finanziati sia i mujahiddin sia vari gruppi jihadisti dal 1979 al 1989 e anche dopo il ritiro sovietico del 1989, per combattere contro le forze dell'esercito del presidente Mohammad Najibullah durante i successivi tre anni di guerra civile. Tra questi gruppi anche gli amici di Osama Bin Laden e quel personaggio che oggi dovrebbe discutere con l’occidente per conto dei Taliban, il mullah Baradar. Già negli anni 80 Benazir Bhutto aveva avvertito Bush padre che con il suo modo di approcciare il problema stava creando un mostro ed i fatti gli hanno dato ragione.
I finanziamenti alle frange estreme della jihad afghana hanno dato vita agli attacchi dell’11 settembre, come il ritiro delle truppe occidentali darà vita ad una nuova stagione di attentati e di insicurezza globale a beneficio di Turchia, Russia e Cina.
Ora, vista la debacle dell’operazione NATO (Sostegno Risoluto) avviata nel 2020 dopo la firma di Doha, l’unica alternativa al lascito di Trump ed all’ordine di rientro di Biden, è finanziare gli uomini di Ahmad Massud e Amrullah Saleh attuale Presidente ad interim.
Se la comunità internazionale vuole intervenire concretamente esiste un presidente afghano ad interim nominato secondo i dettami della Costituzione varata nel 2004.
Attenzione, i Talebani hanno i loro servizi segreti e questi conoscono bene le strategie della NATO e conoscono bene le persone che ne fanno parte. Li abbiamo addestrati noi, siamo stati capaci di creare la Rete Haqqani che sarà nel prossimo futuro la nostra spina nel fianco.
Fortunatamente, a differenza di Conte e di Letta che vorrebbero il dialogo con i Taliban, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg con i suoi sta valutando come formare i partigiani Afghani fuori dai confini di casa.
L’alternativa a questo sono i Turchi che come già dichiarato da Hulisi Akar, ministro della difesa, rimarranno a Kabul e rinforzeranno il loro contingente, come d’altra parte faranno i russi ed i cinesi e da quella posizione si ha strada aperta per il golfo persico e stai vicino di casa del Pakistan che ha la bomba atomica e dei nostri lì non c’è più nessuno. A buon intenditore…….!"


Giuseppe Spadafora

G.M. UNIMPRESA DIPARTIMENTO AFFARI ESTERI
 

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