(ASI) Chieti - Abbiamo intervistato Luisa Gasbarri, autrice del romanzo storico "Il Male degli Angeli" (Edizioni Baldini-Castoldi), ambientato nella Seconda Guerra Mondiale e più precisamente nella Germania Nazista, a cui abbiamo posto alcune domande:
- Ci parli in breve della trama del suo libro "Il Male degli Angeli"?
"Una funzionaria dell’Interpol di Roma - ha spiegato Luisa Gasbarri - si interroga su alcuni strani incidenti che coinvolgono donne talentuose in diverse città d’Europa e comincia a sospettare si tratti in realtà di omicidi.
Indagando a riguardo, scopre che dietro i finti incidenti si celano veri e propri rapimenti e che le vittime sono misteriosamente legate a una élite segreta che operava nella Germania nazista, vicenda dalle molte, inquietanti sfaccettature che viene raccontata in parallelo nel romanzo.
Quanto emergerà è di solito censurato da qualsiasi manuale, ma induce comunque il lettore a chiedersi se la Storia finora conosciuta non sia un’illusione. Oltre a farci guardare da oggi in poi le donne in maniera assai differente".
- Perché ha deciso di scrivere questo libro?
"Cerco sempre - ha dichiarato l'autrice - di raccontare storie forti, che scuotano l’ordinaria, abituale percezione del mondo. E qui mi sono concentrata su un episodio della seconda guerra mondiale davvero sconvolgente, spesso censurato o presentato in modo fantasioso affinché non se ne colga la portata rivoluzionaria.
Ci tengo a sottolineare che la parte inventata è nel mio romanzo assai minore di quel che si può ritenere a una prima lettura. Chi volesse approfondire l’argomento potrà infatti orientarsi successivamente grazie ai suggerimenti di lettura che indico nel mio libro".
- Qual è il ruolo delle donne ne "Il Male degli Angeli"?
"Le donne - ci ha detto la Gasbarri - sono fluide, per loro natura. Scorrono come acqua, e danzano come fiamme nel vento.
Nel loro mutare forma, tra adattamenti e sopravvivenza in dimensioni interstiziali, incontrano la salvezza. I regimi totalitari le pongono spesso ai margini, si pensi al nazionalsocialismo, che imponeva loro la funzione riproduttiva a celebrazione della razza ariana.
E così le risorse del femminile vengono in larga misura ignorate, motivo per cui le donne imparano a sottrarsi ai ruoli loro destinati, compiendo scelte alternative, ponendosi in rotta con la realtà intorno. Ne Il male degli angeli le vediamo affrontare passaggi cruciali, scardinare il ruolo della vittima, trasgredire, e tuttavia anche farsi complici a volte.
La varietà del femminile è estrema, aspetto decisivo che solo ora comincia timidamente a essere preso nella giusta considerazione: il mondo contemporaneo sembra oggi finalmente accorgersi del valore delle differenze, anche nelle scelte morali".
- Leggendo i commenti del suo libro, ci ha incuriosito quando si parla del ruolo dei medium nel consigliare Hitler nelle sue scelte, un aspetto che pochi conoscono del Nazionalsocialismo, cosa può dirci a tal riguardo?
"Le medium che compaiono nel libro - ha risposto l'autrice - svolsero nel Terzo Reich un ruolo determinante.
Si conosce ormai il rapporto del Führer con gli ambiti mistici e mitici del sapere, basti pensare alla scelta della svastica quale nuovo sigillo della nazione. Hitler sguinzagliò gli ufficiali delle SS in giro per l’Europa alla ricerca del Santo Graal, che lo seduceva almeno quanto la lancia di Longino. Ed ebbe sempre accanto gerarchi sensibili al fascino delle logge iniziatiche, si pensi a Himmler. Allo stesso modo l’Antartide e il Tibet furono luoghi la cui rilevanza per il nazionalsocialismo nessuno studioso può oggi ignorare. Che compito venne destinato alle nostre donne speciali?
Il loro contattismo ruppe le regole su tutti i fronti perché coinvolse un improbabile alleato, pericoloso e ambiguo, forse lo stesso che decise infine le sorti della guerra. Ma la sua identità non possiamo svelarla: è il colpo di scena più spettacolare del romanzo".
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia