(ASI) Ormai è nota la querelle della pubblicazione dei messaggi “Whatsapp” inseriti nel fascicolo presso la Procura della Repubblica di Perugia sul caso “Palamara”. Lascia ai piu , esterrefatti non solo dal linguaggio colorito da parte di colui che rappresentava il massimo consesso della Magistratura Italiana, cioè il giudice Palamara, ma soprattutto il contenuto che oserei dire, scorrettissimo istituzionalmente.
Non si può accettare una condotta ed esternazione di pensiero di tale gravità.
Posso capire e comprendere che l'Associazione Nazionale Magistrati è una libera associazione che raggruppa i magistrati ordinari, del settore civil-penale ove ciascuno, privatamente , ma sempre nel consesso e con le limitazioni di rispetto della legge , può esternare.
Ma allora bisogna accertare se la predetta associazione persegua di fatto scopi politici e non prettamente “sindacali”.
Qui si è scoperchiata la pentola: da anni, ai tempi di Berlusconi e di tutti coloro , di destra o centro destra che si sono avventurati nell'agone politico, hanno dovuto avere problemi di “comunicazione e gestione della politica” che cozzava con i principi politici e di orientamento opposto.
Nessuna critica a chi è della stessa ideologia: la critica è legittima ma deve essere sempre nel giusto equilibrio di correttezza:in Italia, si parla tanto di libertà di manifestazione del pensiero ma solamente “one way”.
Ciò che appare, almeno dal resoconto giornalistico non smentito da Palamara , è di una crudezza inaudita e di una condotta che lascio agli organi preposti di giudicare.
Stigmatizzo che ai membri di una associazione di magistrati non sia permesso di travalicare gli scopi ed interessi della giustizia.
Come fa un cittadino, semplice cittadino a credere nella imparzialità del giudice se dal tenore dei messaggi traspare un sentimento di persecuzione politica di fronte ad una condotta legittima e riconosciuta.
Fortunatamente non tutti i magistrati sono cosi: non bisogna generalizzare: ma il semplice cittadino riesce a capire la gestione di fatti ed attacchi pesudo-giudiziari posti in essere in questi vent'anni verso leaders di idee non di sinistra? Non lo so.
Lascio alle autorità, agli organi interni della Magistratura procedere alla valutazione di tali fatti ed adottare provvedimenti severi che siano da monito ad una corretta e costituzionale divisione dei poteri.
Prof. Mauro Norton Rosati di Monteprandone - Agenzia Stampa Italia