(ASI) Roma - Intervista di Agenzia Stampa Italia a George Guido Lombardi, noto imprenditore italo-americano, che ci ha concesso questa intervista esclusiva, effettuata all’interno del Consorzio Intrasecur Group di Guidonia, dove Lombardi ha incontrato la Direzione Intrasecur ed effettuato alcuni incontri con aziende di tutto il territorio nazionale.
George Guido Lombardi, emigrò negli Stati Uniti dall'Italia negli anni '70 diventando in breve tempo un importante investitore immobiliare, con sede all’interno della Trump Tower.
E’ stato direttore esecutivo del Consiglio internazionale per lo sviluppo economico e autore di un libro "Liberta e Progresso Economico".
Nel 2018 ha ricevuto l'America Award della Fondazione Italia-USA.
Com’è nata l’amicizia tra Lei e il Presidente Trump?
Circa trent’anni fa abbiamo comprato un appartamento sulla Trump Tower prima che il palazzo venisse costruito e chiaramente ci siamo incontrati con Donald Trump, che a quei tempi si occupava personalmente della vendita degli immobili, con lui abbiamo firmato e definito l’acquisto.
Trump, è sempre stato molto gentile con i suoi clienti, negli anni ci siamo visti spesso nello stabile, abbiamo condiviso riunioni, feste e situazioni in cui ci si trovava per affari, inoltre gli abbiamo portato anche qualche cliente, tra cui anche degli amici italiani che hanno comprato da lui, poi negli anni abbiamo continuato a comprare da lui altri appartamenti e per questo siamo diventati amici in virtu’ di queste relazioni di business.
Qualche anno dopo, lui ha acquistato Mar-a- Lago a Palm Beach dove noi già avevamo casa, e anche per questo abbiamo cominciato a frequentarci tutti i weekend d’inverno in cui ci vedevamo a pranzo, cena e colazione, poi quando lui ha iniziato il club c’erano tante feste tra cui anche capodanno e Natale. In queste occasioni c’è sempre stata una conoscenza sociale e non di business.
Poi lui ha deciso di presentarsi come presidente alle elezioni del 2016, ma già nel 2012 mi aveva accennato qualche sua intenzione in merito, al momento della rielezione di Obama, in quella occasione abbiamo avuto qualche piccolo scambio di opinioni, poi nel 2015 ha dichiarato che si sarebbe candidato, ma all’inizio non credo che pensasse di essere eletto.
Qual è la ricetta che ha portato alla vittoria Donald Trump negli USA?
La ricetta è stata proprio quella che lui non aveva nessuna ambizione vera nel fare il presidente, per cui si è sentito assolutamente libero nel prendere di punta e a volte anche in modo abbastanza pesante qualche suo concorrente. Questa abilità di attaccare i concorrenti e di non tenere in considerazione i media, ha fatto si che si generasse un sentimento popolare molto vicino a lui, anche perché agli americani piace l’underdog ovvero colui che ha poche chance.
Come giudica questi primi anni della presidenza Trump? Secondo Lei è possibile attuare una medesima politica economica anche in Italia?
Assolutamente si, l’economia americana sta andando benissimo perché finalmente c’è a capo una persona che di economia e di business se ne intende, anche perché l’ha fatto per tutta una vita e con successo. Qui in Italia, se si incominciasse a prendere l’economia seriamente e non solo dal punto di vista politico e quindi nemmeno dal punto di vista del Prof. Monti che il mondo del business non lo conosce in quanto non lo ha mai fatto in vita sua.
Ci vuole qualcuno che si è fatto le mani sporche lavorando davvero per strada e che sa come funziona l’economia reale. Da quel momento l’Italia potrebbe avere una svolta economica notevole, però è necessario che ci sia un vero uomo d’affari.
Qual è il consiglio che si sente di dare al Governo italiano?
Trovate non degli esperti di economia che sono solo teorici e professoroni che però di realtà ne conoscono poca, non prendete nemmeno qualcuno della finanza che sa solo acquistare e vendere titoli ma di economia reale o di come si costruisce un palazzo oppure ad esempio di come si fa l’imprenditore agricolo. Ci vuole una persona che costruisce, che crea con le proprie mani, quelle persone li come i lavoratori di oggi sanno cosa vuol dire lavorare, gli altri invece poco.
Come si può far emergere ancora di piu il Made in Italy all’estero?
Oggi tutti quanti si sono accorti che l’e-commerce è il futuro, ci sono ditte che fanno 90% del loro fatturato tramite l’e-commerce, i social si sono rivelati essenziali per quanto riguarda la politica. I siti e-commerce sono e rimangono essenziali per il commercio sia nazionale che internazionale, quindi suggerirei alla ditte italiane di adeguarsi ai tempi e di andare avanti con tutta la tecnologia dell’e-commerce.
Cosa pensa del recente memorandum sottoscritto tra Italia e Cina per la Nuova via della Seta?
Diciamo che dal punto di vista culturale e politico è una cosa estremamente positiva, che io guardo con grande ottimismo, dal punto di vista economico bisogna fare attenzione che non ci siano delle speculazioni su progetti che magari a primo impatto diano l’impressione di fare grandi successi economici che poi sono solo un ponte nel vuoto, quindi bene alla Via della Seta pero, bisogna stare attenti che gli investimenti che si fanno siano proporzionati ai risultati; perché non vogliamo metterci nella situazione di essere in debito con un altro paese che sfrutta a suo vantaggio delle situazioni economiche che loro stessi creano.
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