Intervista al delegato G20 di Confindustria Ing. Alessio Saracino: I giovani imprenditori italiani sono degli eroi

saracino copy(ASI) Oggi per le esclusive di A.S.I., l'intervista l'abbiamo fatta ud un giovane imprenditore di Confindustria che, oltre ad essere dinamico ed intraprendente, ha le idee chiare sulle cose da fare per rilanciare l'economia italiana.

Alessio Vittorio Saracino è un ingegnere informatico, esperto di internazionalizzazione delle imprese, delegato G20 Confindustria, amministratore della società di sviluppo:   Innovation App Tecnology Company  nata 2016, Ceo e co-fouder Medical Next, Ossia Medical Counsulting &Management.

 

Mi ha particolarmente colpito una sua affermazione: "I giovani imprenditori italiani sono degli eroi". Ci spiega il perché occorre esserlo?

Per noi giovani imprenditori è una strada difficile piena di intemperie e difficoltà e in questo Stato considerando questo particolare periodo storico le imprese non vengono aiutate anzi vengono demolite. Io sono un giovane imprenditore di prima generazione e ho investito dei miei risparmi su società che vanno dal campo tecnologico a sanitario a quello consulenziale, proprio perché credo nel mio Paese e nello sviluppo del mio Paese e questo si fa attraverso gli investimenti degli imprenditori che danno lavoro.

L’imprenditore, non deve essere visto con un’accezione negativa. L’economia girà se c’è spendibilità, l’imprenditore assume delle persone, crea degli stipendi e crea benessere in una famiglia, perché se l’azienda va bene, i dipendenti hanno uno stipendio fisso e creano una famiglia e tutto questo permette a tutti di poter spendere e di poter investire.

Un dipendente di un’azienda, che non compra, non può creare economia se l’azienda non paga il dipendente.

Quali sono le difficoltà che incontrano i giovani imprenditori italiani nel creare impresa e quali gli ambiti in cui possono essere protagonisti e competitivi sul mercato internazionale?

Sicuramente i giovani imprenditori hanno delle difficoltà in termini economici, aprire una start-up in Italia è difficilissimo, infatti su questo punto si parla di finanziamenti europei ma per prenderli bisogna affidarsi a consulenze di società specializzate che  richiedono investimenti importanti.

Il nome start-up vuol dire società che sta nascendo, ci sono dei requisiti in Italia importantissimi, in quanto bisogna essere under 36, ma se si tratta di una start-up non ci sono soldi e non ci sono facilitazioni perché per aprire una start-up in Italia bisogna andare da un notaio aspettare mesi e investire diversi importi.

In Italia si parla anche di medio credito centrale, dove un giovane imprenditore che vuole chiedere un finanziamento allo Stato con garanzia dello Stato ha diritto all’80% garantito e un 20% garantito da lui stesso, devo dire che questa sarebbe una legge fantastica che permetterebbe uno sviluppo delle start-up importante ma le Banche in Italia per quel 20% richiedono dei soldi sul conto corrente o delle garanzie.

Le start-up per come si configurano sono delle nuove società e quindi società che non hanno liquidità.

Il giovane può aiutare a migliorare ed eccellere negli investimenti, sicuramente il giovane ha dinamicità ed evoluzione nell’imprenditoria genitoriale. E’ l’innovazione che ci caratterizza e attraverso l’innovazione cerchiamo di migliorare l’azienda e di renderla competitiva soprattutto nell’ambito internazionale. Noi abbiamo una sede a New York e abbiamo anche una sede nell’est Europa e io credo molto nel libero scambio e nell’internazionalizzazione. Parliamo di Europa e di libero di scambio ma poi in fin dei conti molti imprenditori tendono a non voler esternalizzare ma perché non hanno gli strumenti e non hanno la conoscenza e quindi arriviamo al lavoro che sto facendo con Confindustria partecipando al G20 in Giappone quest’anno e lo scorso anno in Argentina, cerchiamo di conoscere gli imprenditori internazionali e di scambiare opinioni e di accrescere la nostra formazione, perché parlando con gli imprenditori del resto del mondo abbiamo l’opportunità di accrescere la nostra conoscenza, ci accorgiamo per esempio che hanno i nostri stessi problemi ma nei loro stati sono semplificati. Se parliamo degli Stati Uniti le start-up hanno dei finanziamenti milionari mentre in Italia le start-up hanno dei finanziamenti ridicoli e quindi hanno una vita molto breve, c’è un alto tasso di mortalità di start-up in Italia dovuta a due fattori, il primo è che si crede poco nelle start-up e nei giovani e secondo è relativo al fatto che c’è una scarsa formazione manageriale per i nuovi imprenditori a meno che non vengono da famiglie di imprenditori.

Perché lei ha scelto d'investire sulla START UP innovativa INNOVATION APP TECNOLOGY COMPANY nata 2016 ?

Questa start-up è nata da un’idea di innovare il campo sanitario, volevamo sviluppare un gestionale in grado di semplificare l’utilizzo di uno strumento o di un processo. Ho avuto un’idea e ho voluto fondare una start-up che permetta di trasformare la refertazione da cartaceo al digitale attraverso un gestionale. Non abbiamo inventato nulla di rivoluzionario ma il solo fatto di mettere a disposizione i dati per i medici e per le strutture sanitarie fa si che tutti quei dati per la ricerca che al momento vengono persi (perché i dati avvengono in modo cartaceo) vengono resi disponibili alle strutture sanitarie.

In quale ambito si può utilizzare?

Si può utilizzare in qualsiasi ambito. Sicuramente può semplificare anche la formazione come ad esempio la scuola come per i compiti in classe per gli studenti che scrivono oggi ancora su carta, invece scrivendo su un ipad o su un tablet e convertendo il loro testo è molto più semplice anche a digitalizzare il testo ed andare poi ad accoglierlo. Oppure anche nei concorsi dove è tutto è cartaceo; digitalizzando i test si semplificherebbe la consultazione e la verifica.

Anche nelle elezioni politiche (come ad esempio negli USA) si potrebbe semplificare e certificare il dato in maniera più congrua anche con delle tecnologie di blockchain.

Di recente il Segretario Generale dell'OCSE ANGEL Gurrí ha presentato il Rapporto OCSE sull’economia italiana, all'università LUISS Guido Carli. quale situazione è emersa ?

È emerso sicuramente che l’Italia ha delle grosse difficoltà, è emerso che l’economia italiana non è in crescita, ma questo è un dato che viene certificato da tempo, non ci sono ricette particolari, semplicemente si dovrebbe ridare credito agli imprenditori per far girare l’economia.

Faccio un esempio che è stato fatto ad un convegno organizzato da un’industria di Roma in Senato dove ha partecipato il Prof. Ettore Gotti Tedeschi che ha citato un caso che a me è piaciuto molto: la Fiat. Lui ci ha spiegato che la Fiat era una grande azienda prendeva i dipendenti e quindi i dipendenti erano assunti alla Fiat.

Il dipendente comprava la macchina Fiat, il dipendente comprava le azioni Fiat. L’economia girava perché il dipendente veniva pagato, l’azienda veniva pagata e incrementata. Nel momento in cui ci sono stati i tagli, l’economia della Fiat ma l’economia in generale ha iniziato a non girare perché non c’era più guadagno e quindi non c’era più spendibilità.

 

Dopo la firma dell’Economic Partnership Agreement Unione Europea – Giappone che punta a una profonda integrazione commerciale ed economica dei due mercati si sono aperte molte possibilità anche per le aziende italiane. Infatti, A maggio lei farà parte delle delegazione che si recherà a Fukuoka,  in Giappone per il Summit #G20YEA2019. L'obiettivo è verificare quali opportunità d'investimento ci sono per le nostre imprese?

Si assolutamente, l’obiettivo è quello di conoscere imprenditori locali e conoscere le opportunità che il Giappone può offrire all’Italia, proprio con questo accordo che è stato da poco siglato ci permette di vedere se il Giappone può essere un partner commerciale d’investimento anche per noi giovani imprenditori, ad esempio io ho una società tecnologica e società sanitarie e sicuramente il Giappone è un Paese in forte evoluzione dal punto di vista di Intelligenza Artificiale e  sanitario, sono avanti rispetto a noi di molti anni, hanno una struttura e una governance delle imprese che è dinamica e strutturata e questo manca invece a noi. Andrò in Giappone per verificare le tipologie d’investimento che possono esserci nel Paese e vedere le opportunità, per poi riportare quello che ho visto e appreso ai miei colleghi italiani. Inoltre in Giappone andremo anche a discutere dei problemi economici per poi firmare un documento sottoposto ai presidenti di Confindustria in virtù dei nostri suggerimenti per il miglioramento dell’economia.

 

Come giudica la scelta della  Bnl, di sostituire i 600 esuberi quota 100 mettendo al posto dei bancari robot e intelligenza artificiale?

Ho letto questa notizia e si parla di utilizzare la quota 100 del Governo giallo-verde. Tutto questo dal punto di vista evolutivo non può essere bloccato anche perché fisiologico. L’intelligenza Artificiale che sostituisce le persone sicuramente creerà altrettanti posti lavori perché non è un qualcosa che va da sola ma ha bisogno di essere configurata. Quindi, sicuramente le persone più anziane andranno in pensione anticipata ma si creeranno nuove opportunità di lavoro per i giovani.

 

Lei che è molto attivo nel settore economico, quali consigli si sente di dare ai giovani italiani che vogliono fare impresa?

Sicuramente di strutturarsi in maniera molto seria dal punto di vista manageriale, creare per ogni progetto dei business plan che siano sia economici-finanziari ma anche che abbiano un concetto e un dettaglio del tipo di progetto che si vuole fare, affidarsi inoltre a consulenti che vi supportano e se è una prima esperienza e non c’è un pregresso familiare di imprenditoria è necessario avere un’esperienza personale in ambito imprenditoriale investendo nella propria formazione perché per creare nuove imprese è fondamentale sapere come si gestisce un’azienda in quanto la maggior parte delle nuove aziende falliscono.

Affidarsi alle banche per gli investimenti ma anche affidarsi a dei manager che sono già formati e quindi possono supportare i nuovi imprenditori in questa nuova avventura.

Questi sono i consigli che mi sento di dare, mi sento di dire che ci deve essere sempre un’idea ben chiara dell’obiettivo che si vuole raggiungere e un’idea ben chiara dell’investimento che si vuole fare e lo scopo di quello che poi economicamente si vuole andare a guadagnare e quindi la risultanza dell’investimento che si fa, ovvero non deve essere mai una perdita; dove sicuramente in un primo momento sarà una perdita ma ci deve essere sempre un momento in cui questa perdita va ripianata e ci deve essere quindi un incremento del fatturato.

Ettore Bertolini -  Agenzia Stampa Italia  

Montaggio fatto dalla Dr.ssa Natsuko Moritake Agenzia Stampa Italia

Trascrizione dall'audio allo scritto effettuata dal Dr. Edoardo Desiderio - Agenzia Stampa Italia

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