Per superare le criticità del Decreto Salvini confidiamo nell’intervento correttivo delle Camere – esamineremo compiutamente il testo e presenteremo le proposte degli assistenti sociali.
(ASI) Roma - “La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza - a ricordo del tragico naufragio nel quale, nel 2013, morirono 368 persone al largo di Lampedusa – deve spingere le istituzioni politiche, governative e parlamentari, oltre che l’opinione pubblica, ad una riflessione scevra da ideologismi o pregiudizi sulle tragedie che, troppe volte, vedono protagonisti rifugiati e migranti che continuano a morire nel Mar Mediterraneo e ai confini terrestri dell’Europa nel tentativo disperato di trovare salvezza e protezione. Da quel tragico 3 ottobre 2013 ad oggi altri 18mila uomini, donne e bambini hanno perso la vita in mare in circostanze drammatiche. Nei primi otto mesi del 2018 sono circa 1500 i morti nei soli naufragi conosciuti. La comunità internazionale non può rimanere indifferente. Queste stragi vanno fermate subito”.
Così Gianmario Gazzi, Presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali.
“Mentre si registra la diminuzione delle partenze verso l’Italia dalla sponda sud del Mediterraneo – spiega ancora Gazzi - crescono le preoccupazioni per le ben note condizioni inumane di permanenza, in paesi come la Libia, in attesa di un imbarco. Il problema non può essere ignorato perché è risaputo che in quelle condizioni esistono persone che meriterebbero di essere accolte in altri Stati per motivi di protezione internazionale o perché vittime di calamità naturali, o perché spinte da una volontà di riscatto economico e sociale. Per evitare altri drammatici naufragi servono modalità concordate e definite per accompagnare i migranti quali visti, ricongiungimenti, corridoi umanitari.”
“In termini di accoglienza e integrazione, agli assistenti sociali italiani preme ribadire - prosegue – come, contrariamente a quanto prevede il Decreto Salvini, non sia possibile pensare ad un sistema di accoglienza, come lo SPRAR, destinato solo ai minori stranieri non accompagnati o per chi abbia già ottenuto la protezione internazionale. Rappresenta, infatti, una grave criticità tornare ad un sistema di accoglienza per i richiedenti protezione internazionale in grandi strutture gestite dalle Prefetture, autonome dalle realtà istituzionali del territorio, fatte di grandi numeri, e non invece in piccoli centri diffusi nel territorio. Non è lontano, infatti, il ricordo di quanto accaduto in passato in strutture come il CARA di Mineo e Bagnoli. “
“Vanno poi sottolineate – prosegue Gazzi – le criticità da più parti segnalate e relative a profili di illegittimità costituzionale di alcune disposizioni che sembrano essere contenute nel Decreto Salvini cui si aggiungono violazioni di normative europee e internazionali in tema di diritti. Particolarmente preoccupanti sono le disposizioni in tema di revoca della cittadinanza allo straniero accusato di terrorismo ed il rimpatrio di quanti sono condannati in primo grado e che sembrerebbero introdurre, di fatto, una sorta di giustizia a doppio binario applicabile solo allo straniero.”
“Non minore criticità – conclude il presidente degli assistenti sociali italiani - riguarda la questione dei rimpatri in quanto resta da comprendere come questi possano avvenire senza che siano operativi accordi con i paesi d’origine. Si badi, peraltro, che al momento questi accordi riguardano solo pochissimi Stati e resta, quindi, da definire la sorte di questi migranti. Noi confidiamo che in sede di discussione parlamentare si possano integrare e correggere le parti del Decreto che si presentano particolarmente problematiche. Il Consiglio nazionale degli assistenti sociali una volta esaminato compiutamente il testo del Decreto formulerà le conseguenti valutazioni predisponendo le necessarie proposte.”