(ASI) Il Natale si celebra religiosamente e si festeggia laicamente il 25 dicembre, ed è la festa più sentita dal popolo, più piena di fascino e tradizioni, pur essendo cristianamente una solennità meno importante della Pasqua. Sono, infatti, legate al Natale numerose usanze come quelle dello scambio dei regali fra amici e famigliari, della folcloristica figura di Babbo Natale, del Presepe (diffusasi a partire dal Medioevo) e, infine, quella dell'abete addobbato che ha origine Nord europee, legata agli alberi cosmici del solstizio d'inverno dei Celti, all'albero sacro di Odino, Dio dei Germani e dei Vichinghi.
Le genti nordiche che abitavano in territori molto freddi, ricchi di conifere sempre verdi, vedevano nell'abete, albero in grado di conservare le sue foglie anche nei mesi più freddi dell'anno, una pianta magica, sacra, attraverso cui celebrare dei riti religiosi, legati all'auspicio della prosperità naturale nella successiva primavera e ai festeggiamenti per la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male, poiché col solstizio d'inverno gradualmente le ore giornaliere di luce, riniziano a crescere.
Ma, anche in area mediterranea, l'abete aveva un importante significato rituale, per esempio in Egitto rappresentava la natività, mentre in Grecia, l'abete bianco era sacro ad Artemide, dea della flora e della fauna, della caccia e dell'agricoltura.
Con l'avvento del Cristianesimo, l'albero di Natale si diffuse anche nella tradizione cristiana, anche se in epoca paleocristiana, anziché l'abete, si utilizzava l'agrifoglio, le cui spine simboleggiavano la corona di Cristo e le bacche rosse, il sangue che usciva dalla fronte di Gesù sulla Croce.
Lo scambio dei regali a Natale, invece è legata all'usanza prettamente romana di scambiarsi doni, monete e pietre preziose, come buono auspicio per il nuovo anno. Da qui è derivata la figura di Santa Claus (in Italia Babbo Natale) che deriva da San Nicola, vescovo della città siriana di Myra del IV secolo che, avendo ereditato una cospicua eredità famigliare, donava ai più bisognosi parte dei suoi averi.
Comunque sia, per i Cristiani, la festività del Natale, celebra la nascita del Messia Gesù di Nazareth a Betlemme che rappresenta l'avvento della presenza diretta di Dio nel mondo per rimanervi fino alla fine dei giorni e salvare l'uomo dal peccato originale.
Ma, in realtà, il Natale sarebbe la più famosa cristianizzazione di una preesistente ricorrenza religiosa pagana, molto sentita dalla popolazione dell'ecumene romano.
Infatti, le origini del Natale, pur essendo in parte avvolte dal mistero della storia, sarebbero legate al Solstizio d'Inverno, in particolare alla celebrazione del “Sol Invictus” (Sole Invitto), dei Saturnali Romani (dal 17 al 23 dicembre) e della orientale divinità solare di Mitra (portata a Roma dall'Imperatore della dinastia dei Severi Eliogabalo, principe dal 218 al 222) che a contatto col mondo greco – romano ha ripreso alcune delle caratteristiche di Dionisio e veniva spesso identificato col Sol Invictus in epoca tardo imperiale.
Nel tardo impero (fra III e IV secolo d.C.), infatti, con l'accentuarsi del Sincretismo religioso, il titolo di “Sol Invictus”, identificava diverse divinità tra cui Helios, El-Gabal e Mitra che a partire dalla dinastia dei Severi (III secolo) vennero assimilate in un monoteismo solare, da cui riprese molto il Cristianesimo Romano.
Il dio greco Dioniso (latinizzato col nome di Mitra o Mithra), la cui nascita, soprattutto nella parte orientale dell'Impero Romano, veniva festeggiata la notte fra il 24 e il 25 dicembre, era considerato come il divino bambino, nato da una vergine celeste por portare nuova luce nel mondo.
Dunque, a questa tradizione, la Chiesa ha voluto collegare la festività del Natale per indicare l’avvento della luce sulla terra, che spacca le tenebre, simboleggiata dal bambino che viene al mondo, inaugurando una nuova vita, portando la luce a tutti gli uomini.
Storicamente, si ha la certezza della data della festività del “Dies Natalis Solis Invicti” al 25 dicembre solo con l'Imperatore Aureliano nel 274 d.C.. Dunque, la data del 25 dicembre, è, in realtà, puramente simbolica, anche perché non si conosce, tramite i Vangeli, quando è nato esattamente Gesù.
Invece, la festività cristiana del Natale, viene fissata con esattezza al 25 dicembre, nel IV secolo d.C. A testimionianza di ciò, nel 336 d.C., durante l'Impero di Costantino I il Grande, il Natale cristiano viene per la prima volta menzionato in un'opera a noi pervenutaci, il “Chronographus” di Furio Dionisio Filocalo.
L’imperatore Costantino I il Grande, aveva una idea monoteistica della religione, confacente all'idea teocratica del potere imperiale del Mediteraneo orientale, area geografica dell'impero in cui c'erano i maggiori fermenti religiosi nel III e del IV secolo, perciò decise di riunire il culto pagano del Sole, del Dio Mitra di cui era figlio prediletto, col culto del Cristo, da cui riteneva di aver avuto il favore nella vittoria a Ponte Milvio contro l'esercito del pagano e anticristiano Massenzio, così la festa del Sole Invitto, 25 dicembre,viene fatta coincidere con quella della natività di Gesù Cristo.
Ma, solo a partire dal 440 d.C., con l'Imperatore d' Oriente Teodosio II, il 25 dicembre, si trasforma definitivamente, dalla festa pagana del “Natalis Solis Invicti”, nella celebrazione della nascita del Cristo, definito nel libro di San Malachia, arcivescovo della città irlandese di Armagh (XII secolo), come nuovo “Sole di Giustizia” ( vedesi “La Profezia di Malachia”, in latino “Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi de Summis Pontificibus”, Malachia III, 20).
In Occidente, però, solo con la riconquista dell’imperatore Giustiniano (527- 565 d.C.), il Natale viene riconosciuto come festa legale.
La teoria della derivazione della festività del Natale cristiano dalla festività pagana - romana del Sol Invictus è la predominante, ed è quella più legata alle radici più profonde della cultura e della religione italiana e mediterranea, antecedente alla diffusione dell'integralismo religioso che ha messo in crisi il sincretismo premessa per la pace religiosa e politica nel Mediterraneo.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia