(ASI) New York - L'estate più calda dal 1880 e anidride carbonica oltre ogni livello finora registrato. Eppure questa notizia ha raffreddato gli animi più che scaldarli. Per l'organizzazione internazionale che monitora il clima ogni anno, l'effetto serra ha raggiunto un nuovo record. La C02 prodotta dalle attività umane ha superato 400 parti per milione negli ultimi due anni, registrando un aumento della temperatura di oltre due gradi centigradi. Questi sono i dati pubblicati meno di un anno dopo il summit sull'ambiente di Parigi del 12 ottobre 2015, che aveva fissato l'obiettivo di ridurre il gas serra prodotto dalle attività umane del 28% entro il 2025, del 40 entro il 2030 e dell'80 entro la metà del secolo.
A dieci mesi dall'accordo sull'ambiente e a solo qualche giorno dalla definizione delle linee guida per implementarlo, gli inaspettati dati appena forniti dall'agenzia meteo dell'Onu sono un freno alle rosee prospettive future della comunità internazionale.
Fondata nel 1873 e comprensiva di 191 Stati, dopo essere divenuta parte delle nazioni unite nel 1950 la Wmo (World Meteorological Organization) ha reso noti i dati che entrano in contrasto con l'ultima tendenza internazionale alla lotta contro il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento.
Secondo l'agenzia Onu, uno dei fattori determinanti risulta la diffusione dei gas Hfc (idrofluorocarburi) e Cfc (clorofluorocarburi), sostanze dannose che provocano l'aumento delle temperature inquinando sia l'aria che il mare.
Come conseguenza non c'è solo l'effetto del Niño, ma anche il caldo anomalo fuori stagione e le frequenti bombe d'acqua che si stanno verificando anche in Italia. «Il crollo del prezzo degli idrocarburi sarà un forte freno alla ricerca e alla transizione verso le fonti energetiche rinnovabili» queste le constatazioni dei portavoce della Wmo a cui si aggiungono anche altre note specifiche, come per esempio il fatto che «La Cina da sola è responsabile di circa il 20,1% delle emissioni di gas serra.»
L'avvertimento che giunge dal Palazzo di vetro dell'Onu è quindi chiaro e ha valore internazionale, sebbene la Wmo abbia sede a Ginevra e i suoi laboratori siano situati nelle Hawaii, precisamente a Mauna Loa, dove è possibile condurre ricerche prive di condizionamenti ambientali.
Carlo Carraro, il vicepresidente dell'Ipcc, l'organismo dell'Onu sui cambiamenti climatici, è convinto che l'attuale stato del clima possa avere un risvolto positivo. «Nonostante tutto ci sono delle opportunità. In Olanda per esempio stanno ripensando le infrastrutture e i piani regolatori urbani secondo l'aumento previsto del livello del mare.»
E siccome l'inesorabile scioglimento dei ghiacciai non ha ancora superato il cronico ritardo della politica internazionale sulle tematiche ambientali, l'adattamento della società al cambiamento climatico appare oggi anche la via più semplice da seguire.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia