(ASI) Sono passati oltre due anni da quel Pesce di Aprile di Google Maps che permise a milioni di persone di trovare i Pokémon in un solo giorno attraverso l'uso delle mappe satellitari. Evidentemente il test che raccolse tanto successo all'epoca è imprescindibilmente diventato un fenomeno globale oggi.
L'amore per le creature fantastiche protagoniste negli anni '90 di uno dei manga e anime più celebri e seguiti da grandi e piccini in tutto il mondo pare oggi un'iniziativa di marketing senza precedenti.
L'app per gli smartphone è appena uscita in Italia, eppure già moltissimi l'avevano scaricata attraverso account stranieri creati appositamente, prima neozelandesi e poi americani, sia nello store virtuale di Android che in quello di IOS per la Apple.
In breve tempo l'impatto è stato notevole, perché, con le statistiche aggiornate a quest'ultimo mese, gli utenti sembrano trascorrere in media 33 minuti al giorno usando questa applicazione, 11 più di Facebook, 16 più di Snapchat. I numeri del nuovo gioco, cosiddetto "in realtà aumentata", forte di un sistema più coinvolgente e inclusivo rispetto a quello usato dai vecchi player dei videogame, sono tali da confrontarsi direttamente con le cifre dei video clandestini scaricati o anche visualizzati in streaming, compreso il genere pornografico che, si sa, non ha mai avuto eguali in termini di paragone all'interno del traffico informatico.
La natura del gioco è molto semplice. Si ha un avatar da personalizzare, si sfrutta la mappa reale e si va in giro per il mondo, tentando di schiudere le uova, come fosse l'antichissimo Tamagotchi, e cercando spudoratamente all'interno della vita di tutti i giorni l'incontro con le creature più rare e forti, generalmente di tipo acqua se in prossimità delle località marittime, di tipo coleottero se in prossimità di boschi, parchi o foreste.
Un fenomeno che quindi colpisce e può impattare nella società sotto diversi punti di vista. Primo, il classico remake, come è capitato ai sequel Star Wars con il settimo episodio e si sta ora verificando per l'ottavo capitolo della saga di Harry Potter con "The cursed child", ora anche i Pokémon tornano prepotentemente in auge richiamando la generazione degli anni '80 e '90, ma attirando, seppur più gradualmente, anche i millennials. Secondo, le conseguenze economiche da non sottovalutare, basate su eventi e meeting creati ad hoc, nella vita reale per attirare i Poke-allenatori verso punti di interesse nei quali poter catturare determinati esemplari rari al prezzo di altrettante iniziative di marketing.
Non sappiamo dove questa nuova piattaforma possa portare, ma Pokémon o meno che siano, differenti realtà ne stanno sfruttando astutamente il metodo, anche per fini culturali. La regione Marche, ad esempio, ha già messo in atto un progetto per ricreare la stessa dimensione al fine di favorire la visita di monumenti ed opere d'arte, premiando strategicamente i più costanti e determinati visitatori di musei, attrazioni e poli culturali di svariata natura.
Allo stesso modo va però detto che le polemiche si sono riversate puntualmente anche sul fronte di queste creature fantastiche. Ad Auschwitz, per esempio, le comunità ebraiche non hanno gradito la presenza di tanti Pokémon rari e la conseguente visita dello storico campo di sterminio solo allo scopo di catturarli. La Nintendo non ha risposto alle critiche, anche perché in fondo PokémonGO non è stata una sua idea, per la quale ne sta notevolmente beneficiando Google, soprattutto dopo il flop del suo "Google Plus" nel mondo dei social network.
Così, di fronte a tante agitazioni, quel che è certo è il margine di guadagno che può potenzialmente generare il nuovo tormentone dei nerd, e non, di tutto il mondo. Una dimensione monopolizzatrice forte del nuovo globalismo delle piattaforme digitali ai quali molti guardano con grande sospetto, e sulla quale sarebbe necessario riflettere perché non frutto dell'unico disegno di un ingegnere, ma dinamico e mutabile verso chissà quale direzione secondo gli interessi dei produttori. Non una banalità dunque, per la quale occorrerebbe soffermarsi ma...Fermi tutti, c'é un Pikachu in zona che non deve cadere in mani sbagliate!...
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia