(ASI) Giorni incredibilmente interessanti sono stati quelli della visita di Papa Francesco negli Stati Uniti d'America.
Tematiche importanti e momenti di rigore istituzionale si sono confusi con un clima di gioia e celebrazioni festive del popolo americano verso la figura del Patriarca della Chiesa Cattolica.
Dalla salvaguardia del clima al ripudio della guerra, dall'attenzione ai Paesi più poveri alla necessità di porre dei freni all'ingordigia del capitalismo e maggiori "fondamenti sociali", anche in quei Stati ricchi, che possano essere di aiuto e garanzia per le fasce popolari meno abbienti: una possibilità di vivere e non di sopravvivere.
Questi e molti altri sono stati i temi di dibattito che hanno accompagnato la visita del Papa negli States.
Gli applausi all'assemblea generale dell'O.N.U. sono stati scroscianti. Molti dei quali sono pervenuti dai banchi di quegli stessi che potrebbero essere indicati come "principali" accusati dalle parole di Bergoglio. Ipocrita opportunismo?
Sicuramente tra chi predica bene e razzola male, ci si può trovare l'attuale Governo Italiano.
L'ineffabile Presidente del Consiglio Matteo Renzi, uomo moderno, esperto maneggiatore dei social, che sempre riesce a "bucare lo schermo". Anche questa volta, ha saputo rivendersi a proprio favore il frangente. Da buon comunicatore, ha definito le parole del Papa come illuminanti, essenziali, che vanno al cuore della situazione odierna. Peccato che tra gli "ipocriti" applaudenti vi fosse anche lui.
Il sistema sociale dell'Italia ha subito dei pensanti colpi nei ultimi decenni. Forti sconquassamenti che vanno a peggiorarsi proprio oggi. Dopo le riforme del lavoro, giudicate da molti come "antisociali", dopo le tanto discusse "riduzioni del precariato" nelle scuole, è ora il turno dei tagli al Sistema Sanitario. Naturalmente da parte del Governo c'è stata una levata di scudi contro le accuse di tagli alla Sanità. Ma tra varie parti sociali, sindacati e partiti, si è concordi nel denunciare i famigerati "tagli". In merito il Movimento 5 Stelle afferma <<... il Presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze, come ampiamente prevedibile, hanno gettato la maschera : anche per il 2016 la sanità subirà ulteriori tagli. Renzi dichiara che il Fondo Sanitario Nazionale per il 2016, 'mal che vada', rimarrà quello del 2015. A conti fatti significa una cosa sola: ancora tagli, che potrebbero raggiungere i 3,4 miliardi. Il Governo parla di razionalizzazione ed efficientamento della spesa, ma ormai sappiamo bene che questo si tradurrà in minori servizi e prestazioni, che si ripercuoteranno sulle fasce più deboli della popolazione>>, parole riportate in un articolo di Agenzia Stampa Italia del 15 settembre ( http://www.agenziastampaitalia.it/politica/politica-nazionale/26916-salute-m5s-renzi-e-padoan-preparano-tagli-pronti-a-mobilitazione ). Per di più è stato anche esposta la seria possibilità, che la riduzione dei finanziamenti al Sistema Sanitario Pubblico, altro non vada a favorire che le Aziende Ospedaliere del Privato.
"Privato", una parola questa che assume connotazioni sempre più forti nel sistema sociale italiano. Tutto sembra favorire il "Privato", del "Pubblico" rimane sempre più poco anche nel "Bel Paese". Questo è anche un segno qualificatore dei tempi correnti. "Privato" ha dietro di se un'infinità di altre parole e concetti. Il "Privato" è l'avanzamento dell'Economia, dell'individualismo capitalista, del consumismo. Come la retrocessione del "Pubblico", altro non è che l'indietreggiamento della Politica, l'abbandono del dato collettivo e comunitario, la perdita di un sistema basato sull'uomo e non sulla merce. Lo "Stato Sociale" sta morendo sotto gli acuminati dardi del liberismo e del capitalismo. Una morte che passa soprattutto per una sottile sostituzione semantica dei termini. Di fatto oggi in luogo dello "Stato Sociale", si cita il "Welfare State". Un anglicismo che dietro un'apparente traduzione equivalente, nasconde un concetto altresì radicalmente diverso.
Lo "Stato Sociale" è un'invenzione, si potrebbe osare, tutta italiana. Nato coniato strutturato, per amor del vero, in epoca Fascista. Ma indipendentemente dalla sua matrice politica primogenita, questa forma di Stato porta con se il marchio italiano. "Stato Sociale" era un sistema di assistenza principale alle classi meno abbienti, sanità pubblica per chiunque, sostegno delle madri e dell'infanzia, miglioramento delle condizioni di lavoro, maggiore partecipazione delle maestranze lavorative alla vita aziendale sociale politica, scuola pubblica per tutte le fasce sociali. Queste in estrema sintesi erano i tratti principali dello "Stato Sociale".
"Welfare State" è un sistema, per la maggiore, tutto inglese. Annuncia se stesso come "fondato sul principio di uguaglianza", averte che si attiene ad un trattamento più equo dei cittadini senza distinzione. Ma di "sociale" alla prova dei fatti, e soprattutto oggigiorno, ha ben poco. Perennemente in mano alla politica, che invece che tutelarne i suoi fondamenti, lo disattende in favore delle regole del libero mercato, delle sue vendite, acquisti, speculazioni, che non guardano in faccia nessuno, specialmente i più poveri. Dunque un termine che vive di "socialità" solo nel nome, mentre nel concreto si attiene al volere "Privatistico".
Come detto, soprattutto nei ultimi decenni si è potuto assistere ad un sistematico smantellamento dello Stato Sociale. Ciò ad opera di governi e partiti, anche, della sinistra o del centrosinistra! Una paradossale vicenda. Proprio da chi dovrebbe aver ascritto all'interno della propria storia, del proprio bagaglio valoriale, della propria dimensione politica, la difesa del mondo del lavoro e di un sistema sociale più equo e solidale. Proprio da essi, ironia della sorta, si è registrato un contributo importante per una trasformazione più liberistica della Repubblica Italiana.
Ritornando agli applausi alle parole del Papa, chi veramente si può ritenere "senza peccato" per applaudire? Ma si sa nella politica, molte volte, si corre per afferrare l'"opportunità". E del resto, il sentirsi accusati, nelle vesti di alta importanza istituzionale è molto difficile. Gli "uomini importanti", passano sopra l'evidenza dello sbaglio. Devono essere superiori a ciò. Devono riuscire ad essere sempre dalla parte della ragione, anche quando si vive e si sa di vivere nel torto. Tanto dopo domani gli applausi o le critiche di opportunismo saranno dimenticate, l'importante è il saper essere dalla parte giusta nell'attimo in cui la luce dei "riflettori" è più forte.
In questo modo vive e si perpetua la politica anche nostrana.
Renzi è solo l'ultimo arrivo di un continuo e pervicace livellamento di qualsiasi socialità in seno allo Stato. E inoltre, è l'ultimo approdo di un mescolamento ideale che vede la destra comportarsi come la sinistra, e la sinistra come la destra.
Nemmeno il recentemente passato a miglior vita Pietro Ingrao, vecchio comunista dissidente, avrebbe mai immaginato che per abbattere mattone dopo mattone lo Stato Sociale ci sarebbe voluta anche la sinistra. Mai questo veteromarxista, si sarebbe potuto immaginare che per fare cose di destra si avrebbe necessitato della sinistra.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia