(ASI) In Italia siamo arrivati alla crescita zero, è ufficiale. Secondo l'Istat, che ha reso noti i dati dell'anno scorso, nel 2014 la popolazione ha raggiunto le 60.795.612 unità, solo 12.944 in più rispetto all'anno precedente.
I flussi migratori non riescono a compensare completamente il calo di nascite. Inoltre sono stati registrati quasi 12 mila nati in meno rispetto al 2013. Nel 2014 il saldo fra i nati e i morti è stato negativo di quasi 100mila unità, un risultato pessimo che ricorda quello raggiunto nel biennio 1917-1918, ovvero al termine della Prima Guerra Mondiale.
Per quanto riguarda la popolazione straniera, l'incremento è stato più netto, raggiungendo le 92.352 unità. Il numero totale di cittadini stranieri residenti in Italia dunque è di 5.014.437, pari all'8,2% dei residenti. L'aumento del numero va anche attribuito alle rettifiche comunali che sono state effettuate tra il 2012 e il 2014 e alle persone ricomparse che erano state precedentemente cancellate per irreperibilità censuaria. Considerando le rettifiche, l'incremento è stato limitato, +0,003%, in cui gran parte del merito è delle migrazioni dall'estero, mentre il saldo naturale è negativo. Non sono gli unici dati negativi: il numero medio di figli per donna è pari a 1,39, lo stesso del 2013, mentre l'età media del parto sale a 31,5 anni. Per quanto riguarda l'aspettativa di vita, gli uomini hanno raggiunto gli 80,2 anni e le donne invece gli 84,9.
La componente straniera è in crescita, un fenomeno in generale che sta interessando tutta l'Europa e dovuto ai motivi più disparati. Rimane una considerazione da fare: questi dati sono insufficienti a garantire il necessario ricambio generazionale, colpa anche della crisi che, ora come ora, è anche una crisi di nascite.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia