(ASI) Calcio. Catania, 5 partite comprate? Arresti domiciliari per il Presidente, l'Ad e il dg del club etneo nell'operazione " i treni del gol.
Gli arresti domiciliari. Cinque partite vinte dal Catania nello scorso campionato di serie B sotto inchiesta. L'accusa: la squadra etnea le avrebbe "accomodate", tramite il versamento di quote di denaro (in media, 10.000 euro) versate a giocatori di squadre avversarie, per evitare la retrocessione in Lega Pro. Arresti domiciliari per il Presidente del club siciliano, Antonio Pulvirenti; l'amministratore delegato Pablo Cosentino e il direttore generale Daniele Delli Carri, ex Pescara, al Catania dal gennaio scorso. Insieme a loro sono finiti ai domiciliari anche quattro procuratori e agenti di scommesse: Fernando Arbott, Piero Di Luzio, Giovanni Impellizzeri e Fabrizio Milozzi, tutti accusati di frode sportiva.
Le partite incriminate. Secondo quanto emerso, le cinque partite dell'ultimo campionato sono Varese-Catania (0-3) del 2 aprile scorso; Catania-Trapani (4-1) dell'11 aprile; Latina-Catania (1-2) del 18 aprile; Catania-Ternana (2-0) del 25 aprile; Catania-Livorno (1-1). Durante la conferenza stampa convocata stamattina, gli inquirenti hanno dichiarato che si sta indagando anche su Catania-Avellino (1-0) del 29 marzo. Quella serie di risultati (inframmezzati solo dalla sconfitta a Bologna della 38.a giornata, il 28 aprile) è risultata poi decisiva per permettere al Catania di rimontare dalle ultime posizioni della classifica e salvarsi.
Altri indagati. Nell'inchiesta, oltre ai sette arresti, ci sono anche altre persone indagate. Il Procuratore di Catania, Giovanni Salvi, nella conferenza di stamattina, ha fornito i loro nomi: Pietro Lo Monaco, Alessandro Failla e Fabrizio Ferrigno, rispettivamente patron, amministratore delegato e direttore sportivo del Messina; ed i giocatori Alessandro Bernardini (Livorno) Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina). Non risultano indagati giocatori del Catania.
Il linguaggio in codice. L'operazione, denominata, "i treni del gol", ha preso il via da intercettazioni telefoniche eseguite dalla Polizia di Stato. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e condotte dalla Digos del capoluogo etneo con l'ausilio di personale delle Digos di Roma, Chieti e Campobasso e del compartimento della polizia postale di Catania. Nelle conversazioni telefoniche gli interlocutori usavano frasi in codice: i "treni in arrivo" erano i giocatori da avvicinare per indurli a prestarsi alla truffa, mentre gli "orari di arrivo" o "i binari" erano i numeri di maglia indossati dai giocatori. Pulvirenti era "il magistrato"; mentre con "l'udienza" e "la causa" si alludeva all'incontro da truccare. Il prezzo da pagare per corrompere i calciatori era denominato "tariffa" o "parcella dell'avvocato". Secondo la Procura, si è in presenza di "elementi importanti" che configurerebbero un'associazione per delinquere tutt'altro che episodica. Una organizzazione, secondo gli inquirenti, nella quale i ruoli erano ben definiti e volta in maniera stabile e strutturata a perpetrare "una serie indeterminata di delitti di frode in competizioni sportive e di truffe".
Le risorse, gli intermediari, le scommesse. L'indagine avrebbe appurato che il gruppo poteva contare su notevoli risorse economiche, procurate da uno egli arrestai, Giovanni Impellizzeri, agente di scommesse on line. Nella divisione dei compiti all'interno dell'organizzazione, il compito di avvicinare i giocatori da corrompere era affidato ad Arbotti, procuratore e agente Fifa. Oltre al reato ipotizzato di frode sportiva, gli inquirenti lavorano anche sull'ipotesi che le combines fossero utilizzate per le scommesse clandestine. Il Procuratore Salvi ha infatti detto che sono stati notate oscillazioni improvvise e anomale nelle quotazioni delle partite sotto esame, come se qualcuno fosse a conoscenza del risultato.
Le dichiarazioni del Presidente Lega Serie B, Abodi. Il Presidente della Lega di B, Andrea Abodi, si è detto sgomento per la notizia, "tanto più perché lavoriamo ogni giorno per rendere comunque credibile e per aumentare la reputazione del nostro contesto". Abodi ha comunque escluso che il campionato possa essere invalidato, dato che risponderà dei fatti solo chi ha sbagliato. Il numero 1 della B ha auspicato che la vicenda venga chiarita prima possibile e ribadito che, comunque, proseguirà il suo lavoro senza alcun tipo di indulgenza e accomodamento verso comportamenti contrari allo spirito sportivo.
Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia