(ASI) I carabinieri hanno rinvenuto ieri il corpo di Guido Ghisolfi, l’industriale che nel 2013 finanziò le primarie di Matteo Renzi.
Il corpo dell’imprenditore 58enne, è stato rinvenuto nell’auto di proprietà dello stesso Ghisolfi, parcheggiata lungo una strada di campagna nell’alessandrino, a Carbonara Scrivia, vicino a Tortona, dove viveva assieme alla famiglia. Dai rilievi dei carabinieri, Ghisolfi si sarebbe ucciso sparandosi con un fucile senza lasciare alcun messaggio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’imprenditore soffriva da tempo di forti crisi depressive che lo avrebbero portato a compiere l’estremo gesto. Uscito di casa sta mattina alle 8, era atteso per l’ora di pranzo a casa dove però non è mai giunto. I familiari, non vedendolo rincasare, hanno subito allertato le autorità, che poche ore dopo hanno fatto la macabra scoperta. In una nota la famiglia e l’azienda hanno sostanzialmente confermato la versione dei carabinieri secondo cui Ghisolfi sembrerebbe soffrire da tempo di una forte depressione a dispetto di una vita personale e lavorativa piena di successi e soddisfazioni anche recenti.
Ghisolfi era un noto imprenditore nell’ambito della cosiddetta “green economy”, ossia un settore imprenditoriale legato alla valorizzazione dei prodotti del territorio e del territorio stesso con investimenti e metodologie innovative. L’imprenditore era vicepresidente e amministratore delegato del gruppo Mossi & Ghisolfi, multinazionale del settore chimico specializzata nel settore dei biocarburanti con oltre 2.100 dipendenti e un fatturato di 3 miliardi di dollari l’anno. Con la società di cui era presidente, la Beta Renewables spa, facente parte del gruppo Mossi & Ghisolfi, aveva finanziato e inaugurato meno di due anni fa la bioraffineria di Crescentino, nel vercellese, illustrando a tutti i presenti le potenzialità dell’emergente mercato dei biocarburanti, combustibili “verdi” ottenuti da scarti non alimentari. Attualmente l’impianto piemontese produce ogni anno miglia di tonnellate di bioetanolo ottenuto da scarti di riso, frumento e canne da fossi. Oltre al Piemonte i suoi investimenti avevano recentemente riguardato la regione del Sulcis in Sardegna. Proprio nell’isola, in quella che era un tempo nota come principale area italiana di estrazione del carbone, intendeva avviare la coltivazione della canna al fine di ricavarne bio-combustibili sotto forma di metano da decomposizione e additivi per carburanti ecologici e, come obbiettivo ulteriore, al fine di garantire una rivalorizzazione economica e paesaggistica dell’area. Questo progetto aveva attirato su Ghisolfi l’opposizione di quanti in Italia vedono nella coltivazione della canna una minaccia per l’agricoltura. Altre attività di Ghisolfi avevano riguardato lo sport, (era stato presidente della Derthona basket negli anni 80) e il mondo bancario manageriale. In particolare aveva fatto parte del comitato di sorveglianza dell’istituto bancario Intesa San Paolo in sostituzione di Elsa Fornero quando quest’ultima fu chiamata a far parte del governo Monti. Iscritto al Pd, nel 2013 aveva finaziato le primarie del futuro premier Matteo Renzi con 100.000 euro entrando a far parte del gruppo di grandi imprenditori della green economy, come Oscar Farinetti, patrono di Eataly, che tutt’ora appoggiano Renzi. Grazie alle sue conoscenze nei settori imprenditoriali e bancari, Ghisolfi era uno dei principali consiglieri del premier Renzi in materia occupazionale e imprenditoriale.
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia