(ASI) Lo Stato Islamico è di nuovo il protagonista di un grande danno al patrimonio archeologico dell'Iraq. Questa volta è stato raso al suolo, con una colonna di bulldozer, il sito archeologico di Nimrud, accusato di essere offensivo verso l'Islam.
Nell'interpretazione estremistica dell'Islam adottata dall'IS, le statue, gli idoli e i santuari sono oggetti di culto diversi da Dio e per questo vanno distrutti. Si tratta di un sito nei pressi di Mosul, la città da cui il Califfo Al Baghdadi, proclamò la nascita dello Stato Islamico. Nimrud, la biblica Calah, è la seconda città irachena ed è stata identificata come l'antica Ninive La notizia è stata trasmessa dal ministero del Turismo e delle Antichità irachene, in cui si afferma che l'Isis continua «a sfidare la volontà del mondo e i sentimenti dell'umanità».
Non è la prima volta che accade. Già il 26 febbraio un video di cinque minuti mostrava le immagini della devastazione del museo di Mosul, in cui vennero distrutte statue e manufatti antichi. Anche Boko Haram, in Nigeria, si era resa colpevole di gravi danni a siti patrimonio dell'Unesco, mostrando come sia un tratto generale dell'estremismo islamico quello di schierarsi contro costruzioni architettoniche che non corrispondono ai dettami islamisti radicali.
Secondo la direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, tale atto «costituisce un crimine di guerra». Un crimine non solo contro l'umanità, ma anche contro l'Arte, sacra perché è l'unica cosa che ci distingue dagli animali.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia