(ASI) L’europarlamentare della Lega Nord Gianluca Buonanno ha concesso un intervista esclusiva ad Agenzia Stampa Italia per discutere i temi di politica ed economia più “caldi” del momento. Cominciando dalla Libia e dalla particolare iniziativa annunciata dallo stesso Buonanno.
Io ho voluto intervistarla perché ho letto della sua iniziativa e vorrei far sapere ai miei lettori in cosa consiste. Insomma, lei è disposto a partire entro la settimana prossima per la Libia.
“Sto aspettando il visto dall’ambasciata libica di Bruxelles e recarmi in Libia per due ragioni. La prima è che come europarlamentare ho il dovere, non di scappare o di far finta di niente,ma di recarmi sul campo per capire la situazione. Vorrei dare un segnale ai molti italiani che sono ancora in Libia. Al contrario dell’ambasciatore italiano, che se ne è già andato, vorrei portare supporto ai nostri connazionali e, se ci riuscirò, incontrare anche il vescovo italiano che molto eroicamente è rimasto in Libia. La seconda ragione è dimostrare che l’Italia non è formata solo da “cacasotto”. Il governo attuale, che tra ministri e primo ministro, un giorno dice di essere pronto all’intervento militare, poi dice di mandare a combattere 5.000 uomini, per poi dire il giorno dopo che si tratta di una questione diplomatica. Ciò mentre continuano ad arrivare clandestini in Italia e non sappiamo più quali sono i profughi di guerra, se ci sono terroristi, chi è malato, si spendono un sacco di soldi, continuano le tragedie sul mare,Lampedusa “scoppia”, e tutta questa gente ce l’abbiamo intorno per il paese. Quindi, se ci riuscirò, arrivare in Libia. Parlare con le fonti in loco e capire la situazione sul campo vedendola con i miei occhi. Certo, c’è un grande rischio perché la situazione è fuori controllo e io, come ho già fatto vedere all’europarlamento, ho sempre assunto una posizione molto critica nei confronti dell’Isis. Sò di doverci mettere del mio. Non chiedo niente a nessuno. La domanda che in tanti immagino si faranno è “ma se poi la prendono ci tocca anche pagare”. A questa domanda rispondo che non mi aspetto niente da nessuno. Ci vado perché voglio farlo io. Perché io non sono un europarlamentare che sta con il “culo al caldo” ma voglio andare a vedere di persona“.
Lei, da sempre, ha accusato di immobilismo, non solo il governo italiano, ma anche la U.E. Come giudica il fatto che nelle trattative tra Russia e Ucraina sia andato Hollande, che se si andasse adesso a elezioni non rappresenterebbe più nemmeno il primo partito in Francia, la Merkel, ma che l’”Alto Commissario per la Politica Estera Europea”Mogherini non è stata chiamato a partecipare? Come viene considerata la faccenda nella U.E.?
“La settimana scorsa, al parlamento europeo, con la Mogherini presente in aula, ho detto in maniera molto dura cosa conta la Mogherini nel mondo. Ho detto non conta un “c….” perché se la Mogherini, ufficialmente, è l’Alto Commissario agli Esteri e alla Sicurezza, perché quando c’è da decidere di cose importanti non viene neanche chiamata e ci vanno direttamente la Merkel e Hollande, che poi sono i rappresentati dei due paesi che comandano di più in Europa? Perché noi non abbiamo una “vera” Europa, come invece vorrebbero farci credere. Abbiamo un Europa “vera” solo per modo di dire, poi quando ci sono le vere difficoltà, e ci sono interessi grandissimi in ballo, a quel punto si muovono quelli che “contano”. La Mogherini non conta nulla così come non conta nulla l’Italia che non ha alcun peso specifico. Con i Marò abbiamo visto che sono passati tre anni e siamo ancora al punto di partenza. Se anziché italiani, i due soldati fossero stati americani, inglesi, tedeschi o francesi, la questione, molto probabilmente sarebbe già stata risolta. Ma siccome sono italiani, e noi veniamo presi in giro da tutti perché non abbiamo un peso specifico, questo è il risultato. Sull’Ucraina abbiamo visto quanto conta la Mogherini, e sulla Libia, dove abbiamo terroristi a 300km dalle nostre coste (e non lo dico io ma chi ne sa molto più di me), continuiamo a far finta di nulla. Aspettiamo l’Onu, la Nato, ma è l’Italia che dovrebbe muoversi, mettendo le navi, visto che ce le ha, a formare una specie di barriera sulle nostre acque territoriali, e non far passare più nessuno”.
Questo lo hanno chiesto recentemente anche il segretario generale della Lega Nord, Matteo Salvini, in conferenza stampa congiunta con Giorgia Meloni, segretario nazionale di Fratelli d’Italia. Si è parlato di interessi. L’Isis, Isil o Is, cioè lo stato islamico, nasce nel 2012. Fù creato, non lo dico io ma i fatti, per combattere Assad in Siria. Ma chi lo ha finanziato? Quali nazioni lo hanno finanziato? Recentemente lei ha chiesto di rompere le relazioni con una nazione: quale?
“Il Qatar. Perché intanto saranno coloro che organizzeranno i mondiali di calcio. Cioè abbiamo un paese che finanzia il terrorismo, con delle visioni “un po’ diverse” dalle nostre e l’occidente che fa? Decide di dargli i campionati mondiali di calcio. Per di più, per poter andare a giocare li bisognerà anche spostare il periodo in cui saranno disputati perché non potrà essere ovviamente l’estate visto le alte temperature. In questa faccenda ci sono degli interessi economici enormi. La squadra del Paris Saint Germain, per esempio, da chi è che è finanziata? Da sceicchi che vengono da quelle parti. Secondo voi, il Paris Saint Germain, a questi sceicchi che stanno comprando una parte di Parigi, gli piace così tanto il calcio oppure dietro ai loro investimenti c’è una volontà di mettere sempre di più le mani sull’occidente? Questo sta capitando. Questa è gente che lavora su più fronti. Da una parte quello finanziario mettendo le mani dove possono comprando varie squadre di calcio, impadronendosi di questo “volano” mediatico per poi fare altre operazioni. Mentre dall’altra parte hanno questi terroristi islamici tagliagole che incutono timore con il risultato di un occidente sempre più impaurito. Pertanto, a maggior ragione, adesso non è il momento dell’ “italietta dei cacasotto”, ma è il momento di mostrare i denti visto che ormai ce li abbiamo a pochi chilometri da casa”.
Non trova che l’Italia ha sbagliato ad assecondare la guerra voluta dalla Nato per abbattere, in sfregio all’articolo 11 della costituzione (l’Italia ripudia la guerra), ma soprattutto anche in violazione del fatto che allora esisteva un trattato, il Trattato di Bengasi, in vigore dal 2008 tra Italia e Libia, solo per favorire gli interessi dei francesi e degli inglesi?
“Siamo sempre li. L’Italia ripudia la guerra, però l’ha fatta nel Kosovo con D’Alema dicendo “non siamo noi che la facciamo”. Non sono mai stato berlusconiano, però quello che ha detto Berlusconi si è avverato. Distrutto Gheddafi, ora stiamo molto peggio di prima. Con la Libia di Gheddafi c’erano gli accordi sugli sbarchi, cosa che aveva portato gli sbarchi quasi ad essere azzerati. L’Italia era diventata il primo partner libico in campo energetico. Questo ha permesso in particolare di avere accesso al gas e al petrolio. Ai francesi questo stato di cose non è andato bene e hanno deciso di fare la guerra. A quella guerra l’Italia ha partecipato contro i suoi stessi interessi, lasciando le aziende italiane sul territorio libico in grande difficoltà. Sempre Berlusconi aveva avuto la lungimiranza di comprendere che senza Gheddafi, la Libia sarebbe precipitata nel caos. La situazione attuale vede la presenza, oltre all’Isis, di 140 diverse tribù. Non so come faranno a mettere d’accordo tutte queste fazioni e in più, per tutto quello che è il comparto energetico, adesso, con la perdita della Libia, l’Italia si trova in grossa difficoltà”.
Si parla di una perdita di svariati miliardi di euro. L’Italia non solo si è privata di questa importante fonte di entrate per il bilancio dello Stato, ma ha anche fatto le sanzioni contro la Russia con la quale era anche in questo caso un partner privilegiato. Come giudica lei questa situazione?
“L’Italia ha già perso 2 miliardi di euro. Le sanzioni alla Russia le hanno decise gli Stati Uniti per stessa ammissione del vice presidente americano. Per comprendere la differenza tra gli interessi economici degli Usa e quelli dell’Europa, basti pensare che loro intrattengono un volume d’affari con la Russia pari a 45 miliardi all’anno mentre quello europeo si attesta sugli 850 miliardi all’anno. Facile dunque comprendere che agli americani poco importa poiché il loro maggior interesse è bloccare e mettere in difficoltà Putin. Mentre il nostro problema non è Putin. Il nostro problema è combattere l’Isis. Noi dobbiamo combattere il terrorismo islamico. Invece ci ritroviamo “cornuti e mazziati”. Se davamo retta a Obama, voleva portare le armi all’Ucraina. Uno che voleva bombardare la Siria e poi vendere armi all’Ucraina sarebbe il premio nobel per la pace? Dovrebbero portarglielo via il premio nobel”.
Cenusa Alexandru Rares – Agenzia Stampa Italia