(ASI) Per le grandi esclusive di Agenzia Stampa Italia abbiamo avuto l’onore ed il piacere di intervistare Sua Eccellenza Mai Alkaila, ambasciatrice palestinese nel nostro Paese. Seconda parte.
II Parte
6. Se i politici italiani si sforzano di tenere un atteggiamento equidistante tra voi e Israele la gran parte della popolazione è schierata al vostro fianco e spesso denuncia la situazione in cui i palestinesi sono costretti a vivere. Secondo lei a cosa è dovuta questa situazione?
Sono l’ambasciatrice palestinese a Roma ma mi sembra di essere in Palestina. Il popolo italiano è di grande simpatia, ama la vita, è amico della gente e le caratteristiche del popolo italiano somigliano molto a quelle dei palestinesi, siamo due popoli mediterranei ed anche come territori siamo simili. Anche il vostro cibo è buono come il nostro. Questo a livello umano. Il popolo italiano ha una coscienza, forse anche per via dell’insegnamento cattolico, e quindi sente l’ingiustizia che subiscono gli altri e mi auguro che questa grande solidarietà ed amicizia tra i nostri due popoli influisca anche nelle istituzioni per il riconoscimento della Palestina. Conosco tante Ong che mandano tanti aiuti in Palestina e conosco molte persone che vivono in Palestina e partecipano alle marce e alle manifestazioni contro il muro di Gaza. Gli italiani si ribellano alle ingiustizie ed alle oppressioni.
7. Quali sono attualmente i rapporti politici ed economici tra l’Italia e l’Autorità palestinese?
Posso dire che sono buoni ma sono siamo sotto occupazione quindi non controlliamo i nostri confini e non possiamo né fare entrare né fare uscire le merci dalla Palestina. I nostri dazi sono raccolti da Israele che poi li blocca. Parliamo di circa 40 milioni al mese, che sono soldi nostri ma controllati e bloccati da Israele
8. Il mondo arabo è scosso dall’avanzata dell’Isis e dal cosiddetto terrorismo di matrice islamica. La Palestina quale posizione ha assunto dinnanzi a questa emergenza?
L’altro giorno c’è stato un altro crimine che ha scosso la comunità internazionale. La leadership palestinese ha condannato fermamente la decisione di bruciare una persona e tutte le azioni fatte in nome dell’estremismo totale. Come palestinesi siamo contrari a qualsiasi tipo di estremismo, religioso, etnico o politico. Questo è contrario alla nostra cultura come a quella araba e a quella islamica.
9. Dopo le ultime operazioni militari israeliane a Gaza, qual è la situazione di Hamas?
A Gaza c’è una situazione tragica, sia a livello umanitario sia personale, ci sono 99mila case distrutte e 96mila famiglie sono senza una casa, con l’attuale situazione climatica, freddo e gelo, potete immaginare le conseguenze. L’assedio e l’embargo continuano. È stata fatta una conferenza per la ricostruzione di Gaza ma i soldi non sono arrivati. La situazione è tragica. C’è bisogno di qualche forza internazionale che prenda i soldi stanziati per la ricostruzione e ponga fine all’embargo.
10. Come vivono oggi i bambini e i ragazzi in Palestina?
I bambini palestinesi sono privati di una vita normale. Vivono sotto occupazione, in qualsiasi momento vedono carri armati e sentono spari. Tanti bambini per andare a scuola devono passare attraverso i check-point israeliani dovendo sopportare tutte le parole che gli dicono i soldati o devono passare attraverso le porte del Muro dell’apartheid con tutte le conseguenze che questo può lasciare in un bambino. E parliamo solo della Cisgiordania. A Gaza la situazione è anche peggiore. I bambini non hanno più case dove vivere. Alcuni vivono nella scuola che frequentano. La percentuale di povertà, come quella di disoccupazione, è altissima e ci sono famiglie che non hanno di che mangiare. I bambini di Gaza si appellano alla comunità internazionale per avere un qualche aiuto.
Fine
Ettore Bertolini - Fabrizio Di Ernesto e foto di Natsuko Moritake - Agenzia Stampa Italia