(ASI) La crescita di internet e delle nuove tecnologie ha sicuramente cambiato il modo di lavorare di milioni di persone in tutti i settori, perfino la “professione più vecchia del mondo” si è adeguata alle novità.
Se un tempo oltre alle classiche passeggiatrici chi cercava compagnia poteva tranquillamente sfogliare gli annunci pubblicati sui giornali, oggi basta accendere il pc e cliccare su siti dedicati agli appuntamenti a pagamento o in alternativa accedere al proprio account facebook e trovare ciò che si sta cercando.
Se per le escort internet si è rivelata quasi una manna, più economico di un annuncio pubblicitario, meno rischioso e soprattutto la possibilità, nella maggior parte dei casi, di sottrarsi ad uno sfruttatore, va anche detto che le nuove tecnologie hanno spinto verso il mondo del sesso a pagamento ragazze anche adolescenti, disposte a vendersi per pochi euro pur di avere abiti all’ultima moda o l’ennesima evoluzione dello smartphone più ricercato.
Piccole donne si vendono
Internet rappresenta sotto molti punti di vista una sorta di terra di nessuno, dove tutto è permesso ed i controlli sono molto ridotti e proprio di queste caratteristiche sembrano approfittare ragazze poco più che bambine. Il gioco è semplice ci si registra sul popolare social con un nome falso si inserisce una foto ammiccante quindi si fanno “nuove amicizie” per ottenere i clienti.
Anche conoscere nuove persone è semplice: ci si iscrive ad alcune pagine legate al sesso o a tematiche simili, si va ad esempio da gruppi che nell’intestazione contengono il termine “esibizioniste” oppure quelli che parlano apertamente di vendita di foto o intimo usato. Non appena una ragazza si registra qui deve solo aspettare che uomini e ragazzi le invino decine di richiesta di amicizia ed il business è pronto per partire.
Non serve nemmeno essere troppo esplicite nel presentarsi agli altri internauti, basta scrivere “aggiungetemi” oppure “chi mi fa un regalo?” e gli interessati entreranno in azione. Una volta stretta amicizia sarà, molto spesso, la giovane stessa a contattare lo sconosciuto elencandogli il proprio tariffario.
Tutto per una telefonata
Perfino nel mercato del sesso virtuale ogni cosa ha un suo prezzo, e se ci sono ragazze che si limitano a vendere le proprie foto per pochi euro, di solito si tratta di semplici ricariche telefoniche, ce ne sono altre che invece offrono spettacoli in cam, sia da sole che in compagnia di un amico o di un’amica, la cui durata è ovviamente direttamente proporzionale a quanto si vuole spendere. C’è poi la prostituzione classica in cui la ragazza contratta un vero e proprio incontro previo ovviamente pagamento anticipato su una poste-pay o simili. Se questa ultima possibilità è scelta soprattutto da ragazze più grandi, magari universitarie intenzionate a pagarsi gli studi o donne mature, sono molte le adolescenti che attratte dalla possibilità di guadagnare soldi facili finiscono per vendersi, giusto un anno fa tra molto clamore scoppiò lo scandalo delle baby prostitute dei Parioli che per avviare la loro attività avevano utilizzato un sito di annunci proprio su internet.
Pedofili e ricattatrici
Se, si presuppone, una donna che decide di vendere il proprio corpo sa a quali rischi va incontro non sempre le adolescenti ne sono consapevoli. Il pericolo maggiore ovviamente è rappresentato dai pedofili che sfruttando lo scarso controllo delle identità del sito creato da Zuckerberg, entrano in contatto con queste ragazze e acquistano le loro immagini oppure ci fissano veri e proprio incontri che potrebbero segnarle per tutta la vita.
C’è poi il rischio legato alla circolazioni di queste immagini magari attraverso i sistemi utilizzati per lo scambio di file oppure dall’altro capo dello schermo potrebbe esserci il vicino di casa o il compagno di scuola pronto poi a diffondere le foto a tutti quelli che conoscono la giovane provocando anche in questo caso seri traumi psicologici.
Negli ultimi tempi però sono in aumento i casi di uomini ricattati da queste ragazze. Alcune di queste infatti dopo incontri virtuali via Skype minacciano i loro clienti di diffondere il video della perfomance tramite Youtube, annunciando al malcapitato di essere minorenni. A quel punto scatta l’estorsione di somme di denaro, a meno che l’uomo non decida di denunciare la controparte, con le relative conseguenze, anche penali, del suo comportamento.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia