(ASI) ”Grembo di gioie e di prove, di affetti profondi e di relazioni a volte ferite, la famiglia è veramente "scuola di umanità" ("Familia schola quaedam uberioris humanitatis est": Concilio Vaticano II, Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes, 52”).
Le parole del card. Erdö suonano come un ricordo lontano per molti cristiani, affaticati e oppressi da una vita che non era quella che si aspettavano, o che avrebbero sperato.
La famiglia: un termine usato notevolmente per varie unioni, strada che molti credono scontata, facile, raggiungibile.
La Chiesa nella sua sapienza, pone un cammino lungo e affascinante per due giovani, maschio e femmina, che si scoprono attratti l’un l’altro e desiderosi di stare insieme.
Finito questo accompagnamento, si fissa una data e si celebrano le nozze in chiesa, avendo capito che i veri celebranti sono lo sposo e la sposa.
Questo gesto chiede la benedizione di Cristo, la partecipazione di Dio in quest’unione.
E’ una presenza speciale di Cristo nella storia, nella vita di due sposi.
Il sacramento del matrimonio è stato avvalorato circa 1000 anni dopo Cristo perché la Chiesa pensava che l’amore umano avesse già un posto divino.
Dov’è quindi la difficoltà? La parola “sempre”, ma come ci ricorda il Papa il per sempre non è solo una questione di durata, di quantità ma anche di qualità.
La convivenza implica un atlantismo che pochi riescono a coronare, implica un lasciarsi quando ne ho voglia forse proprio quando si comincia a soffrire. Sicuramente il sacramento del matrimonio non è per tutti sia perché vuoi credere a Dio Padre sia perché è proprio quando sembra finire tutto che se rimani e ti fidi non di te stesso ma di Dio comincia l’estasi matrimoniale.
La Madre Chiesa vede le difficoltà della vita familiare per questo nel sinodo si sono affrontati temi importanti per questa vocazione.
Nella Relatio post disceptationem molti affrettati lettori hanno visto una apertura verso le unioni omosessuali, dei conviventi e dei divorziati, invece si è ribadito una chiamata alla santità di tutti unitamente all’accoglienza ed al dialogo.
Il Sinodo si è concluso domenica 19 ottobre 2014. Il Papa ha dato appuntamento a tutti i padri sinodali all’anno prossimo, per discutere dei frutti di questo grande e rivoluzionario lavoro in comunione.
Nel suo discorso di chiusura Papa Francesco mette tutti in guardia dall’irrigidismo ostile dei tradizionalisti, dal buonismo distruttivo dei progressisti, dal trascurare la realtà, dallo scendere dalla Croce e dal caricare di pesi insopportabili gli altri.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia