(ASI) Abruzzo - Carlo Costantini, promotore del referendum sulla “Grande” Pescara: “il progetto della Grande Pescara rappresenta l'unico percorso possibile per realizzare una città metropolitana. Chieti dovrebbe realizzare un progetto identico a quello che si è messo in campo a Pescara”.
1) Perché avete voluto lanciare l'idea della “Grande” Pescara? Quali vantaggi ci sono?
“L'idea nasce dalla consapevolezza che i confini istituzionali di Pescara, Spoltore e Montesilvano ormai separano i cortili dei condomini e quindi servono più alla politica per tenere in vita i centri di potere che ai cittadini che subiscono solo svantaggi. I vantaggi derivano dal taglio alle spese, stimato per circa 5 milioni di euro all'anno, dai maggiori trasferimenti stimati per circa altri 5 milioni di euro l'anno e dal fatto che i Comuni fusi sono esentati dal patto di stabilità, cioè per tre anni possono spendere senza i vincoli imposti dall'Europa”.
2) Il Referendum che avete promosso e fatto votare ha solo carattere consultivo? La regione potrebbe non avvallare il risultato popolare?
“Il referendum ha solo carattere consultivo, ma l'esito positivo obbliga il Presidente della Regione a presentare entro 60 giorni al Consiglio Regionale il relativo progetto di legge. E' innegabile tuttavia l'esistenza di un vincolo politico – democratico, tenuto conto che se il 64% degli elettori chiede con forza di fare la fusione e la politica non può far finta di non aver capito”.
3) Non crede che il progetto della “Grande” Pescara mortifichi l'idea di area metropolitana che si reggeva su due pilastri, quello rappresentato dalla città di Chieti e quello rappresentato da Pescara? Come si potrebbe ovviare a questo problema?
“Il progetto della grande Pescara rappresenta l'unico percorso possibile per realizzare una città metropolitana. Sono venti anni che esistono leggi che obbligano i Sindaci a mettersi d'accordo sulle grandi scelte, ma sono venti anni che i Sindaci decidono ognuno di testa sua. La conseguenza è che, bisogna passare dalla fase in cui l'unione era facoltativa, fase che si è rivelata fallimentare, a quella in cui l'unione deve essere effettiva per volontà dei cittadini”.
4) Non crede che il progetto “Grande” Pescara possa far divampare vecchi attriti con la città di Chieti che possa sentirsi minacciata poiché sembrerebbe estromessa da ogni “gioco”? Come si potrebbe ovviare a questo problema?
“Io credo che Chieti possa giocare un ruolo da protagonista in questo progetto, magari con tempi differenziati, tenuto conto che in questa fase non abbiamo potuto allargare il processo a Comuni di altre province che avrebbero richiesto per la fusione una legge dello Stato e non una legge della Regione. E' indubbio però che Chieti avrebbe tutto da guadagnare unendosi al progetto, diventando in prospettiva il salotto della nuova città metropolitana. Nel frattempo però dovrebbe organizzarsi e mettere in campo un progetto identico a quello che si è messo in campo a Pescara”.
Crstiano Vignali – Agenzia Stampa Italia