(ASI) L’unione euroasiatica è un sogno che ha attraversato tutta la storia dell’Occidente. Dall’espansione dei grandi zar di Russia, passando per l’Unione Sovietica e arrivando ai tentativi di espansione messi in atto da Putin, l’idea di una Eurasia unita e potente rimane viva nell’immaginario collettivo.
Solitamente percepita come un pericolo, Putin è riuscito a mettere la prima pietra per la sua creazione. Una sfida asiatica all’Unione Europea e agli Stati Uniti, che raccoglie Russia, Bielorussia e Kazakistan. Dal primo gennaio 2015 verrà creato uno spazio economico unico molto simile al modello europeo, dunque con libera circolazione di prodotti, servizi, capitali e lavoratori. Il PIL complessivo, secondo i calcoli, sarebbe di 2,7 trilioni di dollari. Inoltre si tratterà del terzo mercato mondiale dopo Europa e Cina. Una vera è propria rivoluzione nella geopolitica mondiale, in grado di insidiare il potere dell’UE e degli USA, oltre a rallentare la salita della Cina tra le superpotenze mondiali. Ed è proprio con quest’ultima che i rapporti economici stanno aumentando, in particolare in campo energetico. La Cina sarà la prossima interessata ad entrare in questo nuovo gigantesco mercato? Con l’interscambio regionale in crescita e le ingenti riserve di gas e petrolio a disposizione, l’Unione Euroasiatica si preannuncia come uno dei protagonisti del XXI secolo, in grado di svilupparsi nonostante il contenimento della NATO, una alleanza che tuttora rimane in vita per contenere l’espansionismo economico e territoriale russo. Il secolo dell’Asia sembra avere finalmente inizio.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia