(ASI) Stare insieme per una mobilitazione etica mondiale. Questo è il messaggio che Papa Francesco lancia ai vertici dell’ONU giunti in Vaticano per incontrarlo. Tra i ringraziamenti che le agenzie internazionali hanno ricevuto dal papa, in particolare per l’impegno nella lotta alla povertà mondiale, non è mancato il monito verso l’economia dell’esclusione.
Gli obiettivi del millennio fissati dall’ONU non bastano, serve una lotta senza quartiere alle ingiustizie che ancora straziano il pianeta. Ingiustizie che rendono i poveri ancora più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Nulla sta cambiando nel mondo, mentre un nuovo neoimperialismo economico si affaccia all’orizzonte, con la Cina e gli Stati Uniti in testa a fare da apripista. La nostra è una società da ripensare completamente, una società che deve abbandonare la cultura dello scarto e la cultura della morte, prima che sia accettata passivamente. Una mentalità tanto diffusa quanto dannosa, nella quale il profitto domina. Questo è il bilancio che ne dà Bergoglio di fronte alle Nazioni Unite e al suo segretario generale Ban Ki-moon, oltre a tracciare le prossime sfide che si rendono pressanti per la comunità internazionale. Fraternità e solidarietà per gli esclusi, in particolare andando ad intervenire sulle cause strutturali della povertà, cause che si possono trovare in quella economia dell’esclusione e dello sfruttamento che lentamente si sta affermando in tutto il mondo. Garantire un lavoro, dignità all’essere umano e proteggere l’ambiente attraverso uno sviluppo sostenibile, queste sono le priorità secondo Papa Francesco, combattere questa economia delle disuguaglianze.
Guglielmo Cassiani Ingoni – Agenzia Stampa Italia